L’ultima stagione di The Witcher con Henry Cavill è anche la conferma del suo talento nel ruolo, mentre il resto della serie rimane molto sullo sfondo. La nostra recensione
Per parlare della terza stagione di The Witcher bisogna parlare dell’elefante nella stanza: Henry Cavill, che già mesi fa ha annunciato che lascerà il ruolo di Geralt di Rivia (che verrà dato a Liam Hemsworth). I fan sono insorti in protesta anche perché pare che dietro all’abbandono ci siano gravi disaccordi sulla direzione della serie.
Che, in ogni caso, tiene sempre fede alle storie nei romanzi di Andrzej Sapkowski ricostruendo l’universo di The Witcher più o meno precisamente, concentrandosi tuttavia molto su trama e personaggi e meno su mostri, magie, orrori e, sì, contenuti espliciti. Viene a mancare insomma quel fattore “wow” che tanto aveva coinvolto nella prima stagione.
Questa terza è fatta per chi di The Witcher è un vero fan: chi conosce i personaggi e apprezzerà lo sviluppo dei rapporti tra Geralt, Yen e Ciri, o la crescente e più complessa presenza di Jaskier, così come i risolvi politici del conflitto con Nilfgaard e gli intrighi tra i maghi o le riflessioni sulla condizione da emarginati degli elfi. Tutti temi importanti, e trattati bene.
Il problema è un po’ lo stesso che affligge ogni serie Netflix: una nuova stagione all’anno, pochi episodi (otto) buttati in streaming a blocchi e bingiati in poche ore, e tempo l’arrivo dei successivi ci si dimentica tutto. Questo smonta il meccanismo di fidelizzazione delle serie tv classiche, che mandavano un episodio alla settimana.
Non c’è quindi tempo per affezionarsi a personaggi e situazioni, e di sicuro non c’è modo di approfondirne i caratteri come avviene nei romanzi o nei videogiochi. The Witcher in altre parole ha funzionato per un periodo come versione nuova e intrigante di GOT, in un misto di LOTR con elementi fantasy-horror intriganti e che non aveva paura di andare sopra le righe.
Ma nella nuova stagione si va invece con i piedi di piombo: importante dare il messaggio giusto e non offendere nessuno, scartando ogni motivo di interesse per chi non conosca e non ami già i protagonisti. Solo insomma i fan attenti della saga possono apprezzare questo genere di contenuti: per gli altri, comprensibilmente, la terza stagione di The Witcher risulterà noiosa, colma di cliché e prevedibile.