Del resto parliamo di una canzone popolare, le cui vere origini sono ignote: è talmente vecchia che non si sa chi l’ha scritta, e anzi difficilmente si può parlare di un unico compositore visto che negli anni si è diffusa in tutti i paesi ed ha assunto forme e variazioni imprevedibili, magari lontanissime da quella originale.
Come quella italiana, che come sappiamo utilizza parole completamente diverse e si concentra sul movimento stesso del gioco e sul finale, ossia la caduta, scartando qualunque altro elemento e scongiurando qualunque contenuto “inquietante” in favore di un semplice balletto per bambini.
Ci sono molte altre differenze: per esempio nella versione in inglese il girotondo va compiuto attorno ad un bambino che deve stare al centro mentre tutti gli altri si buttano giù. Il più lento a farlo è penalizzato e deve mettersi al centro a sua volta, prendendo il posto di quello che c’era prima.
Nella nostra tradizione non funziona così: semplicemente si gira in cerchio, tenendosi per mano, e quando la filastrocca finisce ci si butta a terra; non ci sono vincitori né sconfitti. Lo stesso vale per il celebre dipinto di Hans Thoma, La Danza dei Bambini (1872) che abbiamo scelto per la copertina. Insomma: molte spiegazioni sono affascinanti, ma probabilmente non sapremo mai la verità.
Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa