Finalmente al cinema, l’attesissimo Barbie, chiacchierato film diretto da Greta Gerwig con Margot Robbie protagonista assoluta della scena. Coadiuvata da Ryan Gosling, così come da un supercast a far da spalla, il film ha sin da subito suscitato tantissima curiosità in tutti i cinefili, creando già discussioni e spaccature nette. Il che lo rende in automatico un grandissimo film.
Giunta alla sua terza opera dietro la macchina da presa, saltando al di qua del set, l’attrice-regista Greta Gerwing ci porta dentro ad un film che vuole ergersi manifesto sociale, mostrando uno spaccato, anzi lo spaccato sociale per eccellenza. Un’operazione rischiosa, sia per il contenuto che per il personaggio portato su grande schermo, ma ciò che è importante è che siamo davanti ad un’operazione perfettamente riuscita. Almeno per una buona parte degli spettatori che andrà a vederlo, per usare un eufemismo.
Barbie in tal senso ci è sempre riuscita, applicando rivoluzioni sociali nel mondo della gioventù di allora. Non più bambolotti con i quali giocare a fare le mamme casalinghe ma un’evoluzione del ruolo della donna. Giocare con un’ideale, più che con una bambola. Un’ideale che poi è stato sposato, quindi decostruito dal femminismo moderno. Chi è Barbie? Greta Gerwing ce lo racconta, con un incipit che solletica l’epica kubrickiana di 2001: Odissea Nello Spazio e che ci spiega quanto sopra menzionato.
Con un rapido stacco viaggiamo nel presente di Barbieland, locus amoenus in cui tutto funziona alla perfezione, dove sono le donne che comandano una società dove tutto funziona in modo utopisticamente perfetto. Al di fuori dei vari Ken esistenti che fanno da corredo e che vivono in funzione delle sole attenzioni delle varie Barbie. Simbiosi mancate e sullo sfondo colori pastello, ad abbracciare una felice routine brutalmente spezzata da ciò che è la realtà . Una realtà che rovescia sensibilmente l’utopia costruita, mescolando le carte di volta in volta. Attraverso un atipico road movie, la regista di Lady Bird sfrutta la parodia per confezionare un film meraviglioso, dove si ride a crepapelle, tra una citazione cinematografica e gag brillantemente costruite. Cosa però più importante è il fatto che Barbie ci racconta il brutto mondo in cui viviamo con un’abile e significativa leggerezza.
Nonostante i disclaimer (che non vi sveleremo) il super cast di Barbie offre una prova a dir poco superba. Tanto i protagonisti, come di fatto da pronostico, quanto tutte le spalle. Da Will Ferrell fino ad America Ferrera, già apprezzata in Ugly Betty e in Superstore, che ricalca alla perfezione il collante tra finzione e realtà , distruttrice del concetto di standard e canone. Ruoli studiati perfettamente per gli attori e viceversa, in altre parole. E con un grandissimo cast che offre una grandissima prova, il tempo non è mai perso. Si ride, si riflette, alle volte si potrebbe anche piangere. Però, sorge spontanea una considerazione, tratta da uno slogan.
È chiaro che Barbie è un film che vuole essere femminista a tutto tondo, raccontando una storia sfruttando e parodiando vari generi. Ma può esserci femminismo senza anticapitalismo? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto però, qualora riesca a far svegliare dal torpore qualche spettatore, previa transazione economica, ben venga sempre. Altrimenti, si può rimanere a contestare a braccia conserte parlando di mera operazione di marketing che vuole lucrare su ideologie che vanno di moda oggigiorno. Pensieri in libertà , in fin dei conti restiamo in una democrazia (seppur a fasi alterne). Di certo però, suggeriamo a tutti una visione di questo Barbie, al di fuori di quei maschietti permalosi e insicuri: la realtà che viene mostrata, che è quella che viviamo ogni giorno, potrebbe trasformarsi in una cura Ludovico Van di complessa gestione fisica e psichica, con alto rischio di problemi epatici e odontoiatrici (causa denti stretti dalla rabbia).
Barbie, Il Cast
Barbie: Margot Robbie/Emma Mackey/Kate McKinnon/Issa Rae
Ken: Ryan Gosling/Simu Liu/Scott Evans/Kingsley Ben-Adir/Ncuti Gatwa