Alla fine del gioco infatti Abe viene catturato, e il suo destino dipenderà da come si è comportato con i Mudokon: se ha salvato almeno 50 dei 99 operai che lavorano ai Mattatoi Ernia, allora il suo popolo interverrà per trarlo in salvo, uccidendo violentemente i nemici pronti a far di lui carne da macello.
Ma se ne ha salvati di meno i Mudokon decideranno di non intervenire, lasciando che Abe venga fatto precipitare in una macchina trituratrice. Sul suo destino non vi sono dubbi: vediamo letteralmente le sue carni maciullate schizzare in alto, con somma soddisfazione dell’industriale e della guardia.
Il punto è che per evitare questo cruento finale bisogna nel gioco salvare più Mudokon possibile e questo alle volte è tutt’altro che semplice. Molti sono nascosti in aree segrete, oppure lavorano in mezzo a trappole letali, sotto la sorveglianza delle guardie armate o di robot di controllo. E può capitare che muoiano per sbaglio, cadendo in un buco o da troppo in altro.
Un tabellone conteggia in vari punti del gioco quanti operai sono stati liberati, quanti sono ancora schiavi e quanti sono morti. Sta al player decidere quanta energia dedicare alla loro liberazione o se ignorarli e proseguire. Una scelta etica che si ripropone di continuo e che, come tutte le scelte etiche, alla fine richiede il suo prezzo.