Per averne un’idea basti dare un’occhiata al competente gameplay a pagina 1, pure realizzato nel minor tempo possibile e che però, come possiamo vedere, richiede allo speedrunner almeno tre quarti d’ora per completare il tempo alla perfezione. Questo, si intende, già sapendo dove andare e cosa fare.
E leggenda vuole in effetti che in moltissimi arrivassero proprio a bloccarsi in questo punto del gioco, non riuscendo ad andare oltre. Non che questo fosse effettivamente il momento più difficile in assoluto, anzi; ma giunti al Water Temple l’incremento della curva di difficoltà è comunque notevole e occorre grande iniziativa per andare avanti.
Questi, del resto, erano i giochi di una volta. Per fare un confronto con titoli moderni come Breath of the Wild e Tears of the Kingdom, giochi che praticamente ti prendono per mano: oggigiorno è quasi impossibile bloccarsi o non capire dove andare, perché ci sarà sempre un suggerimento adeguato.
Invece il fascino di molti giochi anni ’90, e non parliamo ovviamente solo della saga di Zelda, stava proprio nel riuscire a risolvere livelli e schemi complessi contando solo sulle proprie forze e spesso trovandosi in ambienti tutt’altro che accoglienti, di fronte a sfide avvincenti e sempre innovative.
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