Avete mai sentito questo nome? E che cosa c’entra con Indiana Jones? Bè, tutto. Leggete un po’ qui
Conosciamo tutti Indiana Jones, il beneamato archeologo dell’avventura creato da Steven Spielberg e George Lucas e protagonista di una serie di film d’azione memorabili, l’ultimo dei quali, Il Quadrante del Destino, è appena uscito. Ma lo sapevate che dietro Indy si nasconde un’ispirazione molto più realistica di quello che potremmo pensare?
Parliamo infatti di un vero esploratore, Percy Harrison Fawcett, diventato famoso tra fine ‘800 e inizio ‘900 come vero e proprio Indiana Jones “ante-litteram”. Inizialmente un topografo, collaborando con la Royal Geographical Society s’adoperò a mappare moltissime zone del mondo ancora inesplorate.
Come Indy, bussola in una mano e machete nell’altra (possiamo immaginarcelo così), si fece largo tra giungle e territori inesplorati in zone come Brasile, Perù e Bolivia, esplorando luoghi letteralmente mai visitati dagli occidentali e contribuendo all’espansione del glorioso impero britannico.
Molte le sue avventure, vere o forse “mitizzate”, sono entrate nella leggenda: fughe da ragni giganti (non sappiamo quanto giganti, per fortuna), anguille elettriche, piranha e insetti che si infilano sotto pelle; e, nel 1907, uno scontro con una enorme anaconda, lunga a quanto pare 19 metri, alla quale sparò.
La sua ultima spedizione fu nel 1925, alla ricerca di una antica città perduta che s’era convinto fosse nascosta nel mezzo del Mato Grosso (la giungla brasiliana), e che lui aveva ribattezzato semplicemente “Z”. Fawcett partì, all’età di 58 anni con il figlio e un altro assistente, dalla città di Cuiabà il 20 aprile 1925. Non fece mai ritorno.
Nessuno ha mai scoperto cosa sia successo. C’è chi dice che i tre siano stati semplicemente mangiati dai cannibali, ma la loro sparizione è tuttora avvolta nel mistero. Le sue ultime parole furono, pare: “La soluzione dell’enigma dell’antica America del Sud – e forse di tutto il mondo preistorico – si troverà soltanto quando le antiche città saranno ritrovate e aperte alla ricerca scientifica. Che queste città esistano, lo so con certezza“.