Michael Rockefeller, figlio di Nelson Rockefeller e rampollo della ricca casata americana, trovò la morte nel 1961 in circostanze misteriose in Nuova Guinea, in una zona popolata da cannibali
Terrificante la storia della misteriosa scomparsa di Michael Rockefeller, ereditiere della celebre e ricchissima famiglia, che seguendo la sua passione per la fotografia e l’antropologia trovò la sua fine nel territorio selvaggio della Nuova Guinea, all’epoca ancora ospite di vaste porzioni di giungla non toccate dalla civiltà moderna.
Proprio qui Rockefeller s’avventurò a visitare la tribù selvaggia degli Asmat, accanto ai quali oggi lo possiamo vedere in alcune delle sue foto. Costoro praticavano il cannibalismo, ma questo non significava certo che aggredissero qualunque straniero mettesse piede sulle loro coste e lo ficcassero in un pentolone acceso come nei cartoni animati.
Rimane il fatto che la misteriosa scomparsa del giovane Rockefeller, che aveva solo 23 anni, viene ancora oggi regolarmente legata alla presenza di questa tribù in loco. Navigando su e giù su un fiume nella giungla, Michael fu vittima di naufragio quando la sua imbarcazione, un catamarano di fortuna, affondò.
Allora sembra che raggiunse a nuoto l’altra riva del fiume per chiedere aiuto e… da lì in poi di lui non si ebbe più traccia. L’ipotesi più accreditata rimane quella di una aggressione da parte dei cannibali, anche se non si sa provocata da che cosa (fame?); potrebbe essere una semplice speculazione legata ai preconcetti del tempo nei confronti delle tribù selvagge.
C’è chi asserisce che sia semplicemente affogato, oppure “mangiato” da un coccodrillo: in entrambi i casi però alcuni resti prima o poi sarebbe dovuto spuntare, mentre per decenni nessuno ha mai trovato traccia di un cadavere. Ragion per cui nel 1964 venne dichiarato legalmente morto.
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