La sconfitta sigilla il legame tra le due amiche perché entrambe perdono contro i legionari nel tentativo di salvare l’un l’altra e quindi, pur di fronte all’orribile supplizio che le attende, sono felici di riconoscere l’importanza della loro connessione e di constatare quanta strada hanno fatto e quante cose hanno realizzato e vissuto insieme.
Le due vengono quindi crocefisse mentre Cesare, colpevole di aver ceduto alla corruzione mefistofelica di Callisto, viene ucciso nella congiura delle Idi di Marzo. Una scena agghiacciante e certamente molto forte per il pubblico medio di una serie tv dell’epoca, che diviene ancora più intensa poi quando gli spiriti delle due donne lasciano i loro corpi, e si uniscono.
Callisto sembra aver trionfato ma, spoiler, questa non è la fine (anche perché della serie verranno prodotte altre due stagioni). L’episodio mescola il perseguimento di un insegnamento di pace e bontà tipico della religione cristiana (che, ai tempi di Giulio Cesare, ancora non esisteva) con la sorte dei martiri della religione stessa ad opera degli spietati romani.
Cesare diviene quindi simbolo di male, corruzione e debolezza perché avido di potere, mentre Xena e Olimpia comprendono che la vera ricchezza si può trovare solo nel legame tra le persone e perciò accettano la loro fine con serenità. Una sequenza dagli alti significati che rivista ancora oggi fa venire i brividi.
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