Zerocalcare è tornato su Netflix con la sua Questo mondo non mi renderà cattivo che sta ottenendo un grande successo di critica e di pubblico. Tuttavia, esattamente come fu la precedente Strappare lungo i bordi, non stanno mancando le critiche per il fumettista romano. Una di questa è stata scatenata dalla frase “La panna è gratis perché non stamo a Milano” che ha generato un fiume di polemiche. Parlando con Vanity Fair, il fumettista romano ha risposto a questo tipo di attacchi, spiegando di ritenere importante schierarsi.
Legittimamente ci sono un sacco di persone che possono non avere un’opinione su qualcosa – spiega Zerocalcare. Io stesso, in questi casi, penso che sia meglio stare zitti anziché fare per forza la parte. Certo, se qualcuno ha qualcosa da dire e non la dice, è probabile che non lo faccia per paura, non credo che ti si chiudano davvero degli spazi, ma per il consenso che perderebbe. Sia a livello di like che di persone. In generale mi sembrerebbe indecente non dire delle cose che penso per paura di perdere un lettore
Il consenso è un accollo nella misura in cui produce delle aspettative. Dopo Strappare lungo i bordi, ho fatto questa serie perché mi andava di farla e di raccontarla. Detto questo, l’idea di essere ricoperto di persone che mi dicono che avevano apprezzato di più la prima è qualcosa mi spacca
Recentemente Zerocalcare è finito al centro di un’ulteriore polemica causata di un’altra sua frase giudicata classista:
C’è una vergogna positiva, che prima di aprire bocca ti fa chiedere se hai veramente titolo per dire quello che stai per dire. È la grande assente di questo secolo
Il fumettista ha deciso di rivolgersi ai social per rispondere a chi lo ha attaccato scrivendo:
Avere titolo significa avere legittimità, non un titolo di studio – scrive . Una donna ha il titolo di parlare e decidere sul suo corpo, un uomo dovrebbe sentire quel pudore che gli dice di non farlo. Un operaio ha titolo di parlare del lavoro in fabbrica, un laureato alla Bocconi che non ha mai lavorato un giorno dovrebbe avere il dubbio se è proprio la persona più adatta a pontificare su quando devono andare in pensione quelli che si sono spaccati la schiena per una vita.
Vale anche per me, per tutta sta c***o de serie ammorbo lo spettatore sul fatto che non posso fare la predica al prossimo perchè sto vivendo una situazione di privilegio. Mi pare che solo persone in estrema malafede o incredibilmente mitomani possono dare a quella frase un’accezione diversa. Peraltro io all’Università sono durato tre mesi scarsi, non sono baronetto e non ho vinto lo sudetto, di che caz*o di titolo dovrei parlare? Se non capite de che stamo a parlà mejo così vordì che c’avete una vita