Gli elementi utilizzati dalla crew: “Quantità quasi infinite di lattice di gommapiuma, fibra di vetro, plastica, gelatina, crema di mais, maionese, gomma da masticare, marmellata di fragole”. E, aggiungiamo noi, tanta tanta fantasia e una bravura incredibile, tipica dell’artigianato del cinema horror anni ’80.
Ma la scena qui sopra come è stata girata? Uno stuntman, davvero privo di entrambe le braccia, indossò due protesi con ossa di cera, vene di gomma e gelatina per dare l’idea degli arti recisi. Lo fece indossando una maschera ritraente l’attore protagonista (Richard Dysart), e l’effetto rimane ancora oggi davvero realistico.
Dentro il petto dell’uomo a muoversi erano delle mascelle meccaniche, in modo che quando l’attore avesse cercato di ritrarre le sue braccia parte delle protesi sarebbe rimasta chiusa nella morsa e il resto si sarebbe mutilato, mostrando orribilmente l’interno delle braccia recise. Davvero sconvolgente.
Il resto del lavoro non è meno impressionante: la faccia della vittima riprodotta sul grottesco mostro tentacolare che esce dal petto, e la sua testa che si stacca e diventa una creatura a sé stante, sono immagini che oggigiorno sarebbe impossibile riprodurre con tale fantasia, dato che a tutto provvede il computer. Davvero, erano altri anni.
Fonte: Looper
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