5 Film che raccontano la malattia con leggerezza [LISTA]

In attesa de La Folle Vita, dal 29 giugno al cinema, ecco un bel po' di consigli!

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7 Psicopatici (2012), Martin McDonagh

7 psicopatici, malattia

Scritto e diretto da Martin McDonagh, autore che abbiamo imparato ad amare con In Bruges e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, 7 Psicopatici è un film che parla di cinema, di scrittura e, come avrete intuito, di salute mentale.

Al centro delle vicende troviamo Marty Franan (Colin Farrell), sceneggiatore alcolizzato che non riesce a sviluppare il soggetto scelto per il suo prossimo film, intitolato 7 Psicopatici. Passa le giornate a bere e a chiacchierare con l’amico Billy (Sam Rockwell), un attore caduto in disgrazia che si guadagna da vivere rapendo cani.

Le trame di Billy cacceranno i due e il suo socio Hans (Christopher Walken), in una rete indiscricabile di minacce, fra sparatorie, assassini e battutacce. Entrando a contatto con un mondo di veri pazzi, Marty abbandonerà la bottiglia per imbracciare nuovamente la penna.

I suoi psicopatici, quelli che prima erano macchiette sfocate utili solo a una narrazione sensazionalistica, diventano progressivamente figure a 360 gradi, persone in carne ed ossa in cui egli stesso finisce con l’indentificarsi, ritrovando così l’ispirazione nella propria umanità.

Martin McDonagh gioca col punto di vista del suo protagonista sovrapponendolo nostro: lo spettatore inizia la visione con la stessa approssimazione di Marty, per poi sviluppare un profondo legame empatico con ognuno dei personaggi.

7 Psicopatici è un film brillante, un action comedy che ci invita ad abbandonare gli stereotipi sulla malattia mentale, a guardare oltre, insegnandoci a non definire gli altri in base alla situazione clinica. Perché le persone sono molto più di una mera condizione patologica.

Beginners (2011), Mike Mills

Beginners, Malattia

Passato incredibilmente in sordina nel nostro Paese, il film di Mike Mills racconta la sofferenza su due binari paralleli, entrambi dipinti con estrema grazia e leggerezza.

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Minimo comun denominatore delle due linee narrative è Oliver (Ewan McGregor), un artista che, dopo la morte della madre, si trova a fronteggiare un’improvvisa rivoluzione nella vita del padre. A 75 anni e afflitto dal cancro, Hal (Christopher Plummer), fa coming out e comincia a frequentare un uomo molto più giovane di lui in un turbinio di feste e locali.

Sebbene inizialmente restio a comprendere la scelta paterna, Oliver impara ben presto a condividere la gioia e la spensieratezza con cui Hal ha deciso di vivere i suoi ultimi anni, trasformandoli in un meritato riscatto dopo una vita passata a privarsi di tutto, persino della propria identità.

Parallelamente, l’artista conosce Anna (Melanie Laurent), innamorandosene perdutamente. La loro relazione conosce alti e bassi a causa dell’incapacità affettiva dei due. Memore dell’incredibile lezione di vita del padre, Oliver decide di vivere il suo amore fino in fondo, abbandonando ogni insicurezza sugli esiti apparentemente infausti.

Entrambi i binari del film, sebbene connotati da delle ovvie venature drammatiche, mantengono una spensieratezza quasi fiabesca. La nuova vita di Hal è un vortice di luce e colori, mentre il cammino di Oliver è accompagnato dal fidato Jack Russell con cui l’artista si trova spesso a parlare.

L’amico a quattro zampe diviene quasi lo specchio sua coscienza, un grillo parlante che lo accompagna nella relazione con una ragazza rarefatta, forse idealizzata, tratteggiata con la stessa luminosa delicatezza di una dea, ora benevola, ora pronta ad eclissarsi.

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Beginners è un film tenero e divertente che ci insegna ad affrontare le sfide della vita con spensieratezza e dedizione, ricordadoci di non mettere mai da parte ciò che siamo e che vogliamo.

Harvey (1950), Henry Koster

Harvey, malattia

Chiudiamo i nostri consigli con un classico dimenticato intepretato dall’immenso James Stewart. Harvey racconta di Elwood P. Dowd, un uomo mansueto che afferma di avere come miglior amico un enorme coniglio bianco visibile solo ai suoi occhi.

Stufa del suo comportamento bizzarro, la sorella decide di farlo ricoverare in un istituto psichiatrico ma, per una serie di fraintendimenti, ad essere ricoverata è proprio lei, mentre Elwood viene rimesso in libertà.

Accortosi dell’errore, il primario fa rintracciare Elwood che si dimostra essere molto meno pazzo di quanto non potessimo immaginare…

Harvey è un film illuminato dalla delicatezza del personaggio di James Stewart, un uomo sicuramente bizzarro, ma connotato da un senso umano senza eguali, la cui unica colpa è quella di mettere in crisi i paletti imposti da una società sempre più arida e benpensante.

Una commedia degli equivoci raffinata e intelligente, che condanna la nostra voglia di giudicare il prossimo con eccessiva solerzia. Perché la malattia mentale non è un fenomeno da ghettizzare, ma da comprendere ed abbracciare.

Perché una diagnosi non ci rende peggiori; stigmatizzare chi è diverso da noi, ci rende orribili.

Cosa ne pensate dei nostri consigli dedicati ai film che parlano di malattia con leggerezza? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti!