- L’eroe è onesto e buono e si batte gratuitamente per condurre una popolazione oppressa alla ribellione contro i tiranni, dittatori o autorità che esercitano il controllo nel paese straniero. Di solito il suo intervento è essenziale per risollevare lo spirito degli schiavi, altrimenti incapaci di ribellarsi da sé;
- Nel mezzo della battaglia l’eroe scorge all’improvviso il suo nemico giurato, e a quel punto grida: “Lasciatelo a me!” dirigendosi verso di lui ignorando la gente che viene maciullata tutt’attorno;
- L’eroe non può morire, a meno che non sia sacrificandosi per salvare coraggiosamente qualcuno, di solito la sua amata o suo figlio. Se sembra che sia morto rispunterà all’ultimo momento da sotto le macerie accompagnato da una musica epica;
- Alla fine del film il cattivo si aggrappa all’eroe per non cadere da un palazzo altissimo; lui, siccome è buono, cerca di tirarlo su ma il cattivo cade comunque (spesso perché all’ultimo cerca di trascinare l’eroe giù con sé);
- Il migliore amico dell’eroe muore tragicamente, violentemente e spesso (per esempio in Vietnam) sbudellato con abbondanza di sangue che schizza ovunque; la reazione del protagonista sarà sempre necessariamente: “NOOOOOOOOO!”
- L’eroe è spesso un padre divorziato, e la moglie sta ora con perfetto idiota; l’avventura li riavvicinerà e l’idiota scomodo verrà tolto di mezzo, magari morendo pure in maniera comica. Succede in buona parte dei film di Roland Emmerich;
- Prima si spara, poi si chiede, specie se si ha a che fare con dei mostri o dei nemici ignoti e nascosti. Le armi da fuoco non mancano mai in un film action che si rispetti e “parlano” per buona parte del film;
- Le sequenze d’azione, che siano di combattimento, d’inseguimento o di fuga, sono sempre affidate a una regia parossistica e a un montaggio velocissimo che non consente di capire quasi nulla, spesso con inquadrature di solo mezzo secondo.
Che ne pensate, c’è qualche cliché fondamentale di un film d’azione tipico che abbiamo dimenticato? Fatecelo sapere commentando su LaScimmiaPensa