28 giorni dopo e The Last of Us sono opere cinematografiche e videoludiche che esplorano il tema dell’apocalisse e dell’umanità che lotta per sopravvivere. Entrambi i media presentano un’epidemia che ha trasformato gran parte della popolazione in creature violente e letali. Nel film di Danny Boyle, l’infezione si diffonde attraverso il virus della Rabbia. Questo viene trasmesso attraverso il contatto con i fluidi corporei infetti, come il sangue o la saliva. Le persone infette sviluppano una furia cieca e diventano creature violente che attaccano indiscriminatamente chiunque incrocino il loro cammino. L’infezione si propaga rapidamente, ci vogliono infatti pochi secondo trasformarsi, e ha conseguenze devastanti sulla società.
Nel videogioco e nella serie The Last of Us invece, l’infezione è causata da un fungo chiamato Cordyceps, che infetta il cervello umano e controlla il suo comportamento. Questo fungo si diffonde attraverso le spore che possono essere inalate o entrare in contatto con le mucose. Nel corso del titolo, i personaggi devono affrontare diverse fasi di infezione, da individui appena infettati che mostrano segni iniziali di cambiamento, fino a creature completamente trasformate chiamate Clicker o, peggio ancora, i Bloater. Entrambe le opere dunque esplorano un affascinante meccanismo dei film post-apocalittici simil zombie. Ovvero sia non si tratta di lenti morti viventi ma violenti e velocissimi infetti che hanno contratto una malattia. Tuttavia questa non è l’unica linea di contatto tra le due opere