In libreria trovate Pageboy, libro di memorie di Elliot Page nel quale racconta diversi aneddoti sulla sua vita e sulla trasformazione. Come saprete infatti l’attore di The Umbrella Academy si è dichiarato pubblicamente transgender nel dicembre 2020 (qui i dettagli) e da quel momento si è impegnato a tenere informati i fan della sua nuova vita. In un’interessante capitolo dell’opera, ha raccontato di un’esperienza vissuta nella quale si trovò a rifiutare in ruolo in un film poichè avrebbe dovuto indossare abiti femminili.
Mi immaginavo in questo costume da donna di metà dell’Ottocento. Il vestito, le scarpe, i capelli mi balenavano davanti agli occhi. Era troppo dopo aver indossato quella stessa maschera per la stagione dei premi – ha scritto Elliot Page. Ho capito che se l’avessi fatto, mi sarei voluto uccidere
L’attore ha poi scritto che era “troppo” interpretare un personaggio femminile sullo schermo quando quel ruolo “interpretato nella [sua] vita personale lo stava già soffocando”.
Mi sono sforzato di dissimulare la verità per paura di essere allontanato, ma ero avvilito, intrappolato in un travestimento desolante. Un guscio vuoto e senza scopo. Non è stato facile spiegare ai miei rappresentanti che non potevo interpretare un ruolo a causa dell’abbigliamento. La mia faccia si accartocciava e si inclinava di lato e mi dicevo: “Ma tu sei un attore?” Le prove i del guardaroba per i film mi hanno strappato le viscere, avevo artigli che mi squarciano gli organi.
Nel primo capitolo del libro Elliot Page aveva raccontato di un’esperienza fondamentale per la sua vita,una serat a passata in un gay Bar con la sua compagna Paula, pochi mesi prima di girare Juno nel 2007.
È stata la prima volta che sono stato in un bar gay e sarebbe stata l’ultima per molto tempo. Tutto ha cominciato a cambiare quando è andato sulla pista da ballo con Paula [la sua compagna ndr]. C’era gioia nella stanza. Mi ha portato su, ha costretto a una reazione la mia mascella, ha creato un sorriso incontrollato e costante. Quando ho baciato Paula ho pensato forse per un secondo, avrei potuto concedermi piacere.
Ero su un precipizio. Volevo avvicinarmi ai miei desideri, ai miei sogni, a me stesso, senza il peso insopportabile del disgusto per me stesso che mi ero portato dietro per così tanto tempo. Ma molto può cambiare in pochi mesi. E dopo pochi mesi, Juno sarebbe stato presentato in anteprima.