Perché i live action Disney non stanno funzionando?
Disney sta portando avanti la sua volontà di realizzare versioni live action di tutti i suoi classici d'animazione ma almeno finora i risultati non sono troppo soddisfacenti. Scopriamo insieme i motivi per cui i live action Disney non stanno funzionando.
Negli ultimi anni, la Disney ha intrapreso un’impresa ambiziosa: dare nuova linfa ai suoi amati classici d’animazione attraverso i live action. Tuttavia, nonostante i grandi sforzi e l’enorme successo dei film d’animazione originali, molte di queste nuove versioni in live action non riescono a replicare il medesimo fascino e ad appassionare il pubblico.
Quali sono i reali problemi dei live action Disney? In questo articolo, esamineremo i problemi che affliggono queste reinterpretazioni in carne e ossa, scoprendo le sfide che la Disney affronta nel tentativo di adattare storie magiche e personaggi iconici al grande schermo.
Dal paragone inevitabile con le versioni animate al cambio ingiustificato di alcune parti di sceneggiatura, esploreremo i motivi dietro la mancata apprezzamento del pubblico e quindi il perché i live action Disney non stanno funzionando.
I live action non reggono il paragone
Ovviamente, il primo problema a cui si pensa quando si parla di remake, a prescindere dall’utilizzo della tecnica del live action, è quello del paragone inevitabile nei confronti dell’opera originale. Se infatti si decide di prendere un grande classico e lo si realizza in chiave moderna, necessariamente il primo pensiero di tutti sarà un paragone rispetto al primo film.
Un grande problema dei live action è quindi l’impossibilità di reggere il paragone con i film originali. Quando si parla di ciò, non ci sono colpe da attribuire. I grandi classici d’animazione Disney hanno fatto la storia del cinema e sono stati dei punti di riferimento per più di una generazione.
Considerando ciò, anche un live action scritto, girato e interpretato alla perfezione difficilmente potrebbe essere definito migliore dell’originale. Questo è ovviamente un problema piuttosto forte in quanto appunto non dipende dalla sola qualità del live action ed è molto complicato da aggirare anche con il massimo impegno.
Anche i film d’animazione più classici avevano i loro difetti ma questi si sono quasi automaticamente assestati nel tempo e quindi, che sia per l’estetica, che sia per la sceneggiatura o per altre motivazioni, il live action in senso generale sarà sempre un passo indietro.
La nuova sensibilità moderna è un grande ostacolo
Senza entrare esageratamente nel merito nella sempre più comune controversia sul politicamente corretto, è innegabile che la maggior parte dei film in live action, così come la maggior parte dei film che sono stati realizzati negli ultimi anni a livello generale, ha subito degli adattamenti rispetto alla versione originale a causa della sensibilità estrema dei nostri tempi.
Questo fattore non è necessariamente un problema a prescindere. I live action nascono come dei remake e quindi, pur riproponendone il fulcro essenziale, non devono riprodurre fedelmente l’opera originale. In parole povere: alcuni cambiamenti all’interno dei live action sarebbero possibili e anche apprezzabili.
Il vero problema è che questi spesso non vengono fatti con cognizione di causa ma più per inseguire un trend. Ci sono effettivamente dei live action che potrebbero essere adattati meglio ai nostri tempi, ma questo processo dovrebbe essere pensato nel dettaglio e finalizzato a dare allo spettatore quel qualcosa in più mentre, al contrario, finisce spesso con l’irritarlo.
I cattivi non sono più così cattivi
Una delle peggiori conseguenze a cui questa sensibilità estrema porta all’interno dei live action Disney è il cambio netto subito da alcuni personaggi, principalmente antagonisti delle varie pellicole. Se nei film classici d’animazione gli antagonisti erano personaggi spregevoli da cui il giovane spettatore doveva allontanarsi, oggi non è più così.
Quando va bene, l’antagonista rimane tale ma il suo comportamento, etichettato comunque di base come negativo, è dovuto alla sua infanzia difficile, ad un maltrattamento che ha subito e quindi deve avere anche lui una seconda possibilità.
Quando va male, invece, l’antagonista non è neanche più cattivo ma ne viene data un’interpretazione del tutto nuova. Un esempio abbastanza netto lo sia con il live action Crudelia, in cui Crudelia Demon, ad esclusione di poche scene, non fa nulla di male ed è molto diversa dal personaggio originale.
Il problema dei live action da questo punto di vista è proprio questo. Potrebbe anche avere senso dare ad un antagonista una possibilità remota di redenzione ma non ha il minimo senso stravolgerne completamente la storia e la caratterizzazione per farlo sembrare più buono.
I live action e i loro animali fotorealistici
Un altro importante problema dei live action lo si trova nel loro impatto visivo nei confronti dello spettatore. Molti dei film d’animazione originali sono diventati storici anche grazie, in vari casi, ai simpatici, divertenti e carismatici animali che ne erano protagonisti o comprimari.
La trasposizione degli stessi in versione live action non porta quasi mai ad un buon risultato.
Se pensiamo a Il re leone, che comunque è uno dei live action più apprezzati e apprezzabili, gli animali protagonisti sono davvero estremamente realistici ed è difficile creare una concreta empatia nei loro confronti, considerando anche che in questo caso specifico sono estremamente ingessati anche nel canto e nel ballo.
Fortunatamente, nel nuovo live action La sirenetta, gli animali protagonisti ballano molto di più e sono stati resi a livello scenico in maniera migliore ma, dal punto di vista estetico, ancora sono difficili da accettare perché appunto appaiono così realistici, ed anche necessariamente così diversi rispetto ai film animati, da sembrare quasi dei personaggi nuovi.
Una gestione scorretta dei colori
Un altro punto di forza dei film d’animazione originali e su cui ancora una volta i live action non reggono minimamente il confronto sono i colori. I film animati erano un’esplosione continua di colori, dati dagli ambienti, dai personaggi e dai vari effetti visivi che li caratterizzavano.
Nei live action questa magia data dal colore si perde in maniera evidente e anche qui sono state intraprese due strade che purtroppo, agli occhi degli spettatori, appaiono entrambe come errate.
La prima strada intrapresa da live action è stata quella, in alcune pellicole, di abbandonare quest’importanza del colore a favore di ambientazioni più realistiche, sicuramente importanti per film intrepretati da attori in carne ed ossa e in luoghi reali. Il problema è che con questa prima possibilità, come detto viene meno tutta la magia tipica dei grandi classici.
La seconda strada intrapresa dai live action è stata invece, in altri casi, quella di tentare di valorizzare il colore ma con un taglio e uno stile nuovo. Questa scelta, se possibile, è stata anche peggiore della prima.
Un esempio in questo senso è dato dal film Alice in Wonderland dove nella prima parte vediamo un fortissimo, quasi psichedelico ed esagerato utilizzo del colore mentre nella seconda, tutto cambia completamente senza neanche troppo senso e assume toni esageratamente scuri e inefficaci, se questo era il loro intento, a stupire lo spettatore.
Atmosfere mature non richieste
Dire che i grandi classici d’animazione siano dei film per bambini probabilmente sarebbe ingiusto nei loro confronti perché si parla di pellicole che appunto hanno cresciuto e guidato, da certi punti di vista, più di una generazione. Nonostante ciò, è innegabile che questa tipologia di film nasce come indirizzata ad un pubblico molto giovane e quindi adatta deve essere anche l’atmosfera.
I live action, anche relativamente ciò, perdono qualche punto rispetto ai film d’animazione originali. In alcuni, non in tutti, di questi remake, infatti, si dà molto peso alla verosimiglianza e alla componente del realismo perdendo però di vista l’obbiettivo ovvero intrattenere un pubblico di bambini che vuole vivere una piccola magica avventura.
Un esempio in questo senso è dato dal film Peter Pan & Wendy. All’interno di questo live action, l’isola che non c’è, che dovrebbe essere un luogo capace di far sognare i bambini di tutto il mondo come nel film animato, non è niente di più che una semplice isola realistica, per la cui realizzazione è stata impiegata poca cura.
Probabilmente il tutto è stato anche voluto ma finisce con il perdersi proprio perché si inserisce in un’atmosfera esageratamente matura e non richiesta.
E voi siete d’accordo con la nostra analisi o pensate che i live action possano superare gli originali?