Dopo l'uscita de La Sirenetta 2023 (e tutte le relative polemiche) abbiamo pensato di guardare indietro nel tempo e ripensare i 10 peggiori Remake Live Action Disney dagli anni '90 ad oggi. Ecco la nostra classifica.
La Sirenetta 2023, il remakeLive Action Disney al cinema da questo 24 Maggio, sembra aver già sbaragliato la concorrenza in termini di polemiche preventive e processi alla intenzioni (qui la nostra recensione in anteprima). Abbiamo deciso allora di volgere lo sguardo indietro fino agli anni ’90 e l’inizio di questa nuova grande moda, quella dei Live Action, in cerca dei veri cattivi.
Il termine Live Action esisteva già da tempo nell’industria cinematografica e nel contesto delle produzioni televisive, ma era utilizzato anche nell’ambito dei giochi di ruolo, indicando proprio la differenza tra il cinema d’animazione e gli adattamenti di libri, fumetti, videogame, fiabe, opere teatrali o qualunque genere di storia venisse rimessa in scena con attori e scenografie reali.
Grazie a Disney la locuzione è entrata ormai nel linguaggio comune, eppure la new wave dei Live Action Disney è un’entità incredibilmente composita, capace di ospitare al suo interno cult movie e flop clamorosi, esperimenti interessanti e arditi ma anche titoli che si esauriscono nella sola dimensione del mainstream, prodotti per essere rapidamente consumati e dimenticati.
Allo stato attuale dei fatti l’idea stessa di Live Action Disney sembra comunque oggetto di un gran numero di pregiudizi. Criticata perché troppo scontata, considerata da molti come il mero prodotto di un’industria che ha esaurito le idee originali, diventa spesso il bersaglio del pubblico, la stampa e i social anche per la ragione diametralmente opposta, ovvero forzare i limiti e non avere il rispetto dei Classici.
Se ad esempio il remake Live Action de Il Re Leone si presenta come un’opera visivamente splendida e tecnicamente ineccepibile, ma forse priva di spessore e inventiva, le sperimentazioni messe in atto daTim Burton, dai due capitoli dedicati ad Alice nel paese delle meraviglie a Dumbo, sono state criticate proprio per l’eccessiva libertà di un autore che ha rivoluzionato senza remore trama e intreccio.
Ma cosa chiede davvero il pubblico a un Live Action Disney? Restituire le stesse emozioni del Classico in una chiave audiovisiva più contemporanea? Far emozionare al tempo stesso grandi e piccini, i bambini e quegli adulti che erano già innamorati degli originali? Oppure proporre una autentica riscrittura, secondo le regole della rifondazione del mito, che pure garantisco ampi margini di libertà al remake?
L’unico punto fermo in questa diatriba è che ogni nuova uscita registrerà comunque fantastici incassi. E che la pietra dello scandalo oggi è diventata ancora un’altra, ovvero l’idea che la Disney abbia intrapreso la direzione dell’ipocrisia e del politicamente corretto, puntando su casting fortemente inclusivi, vicini all’ideologia woke, anche a costo di stravolgere la natura e il senso della fiaba.
Per le malelingue, sembra quasi che la multinazionale voglia farsi perdonare certe dicerie e aneddoti che riguarderebbero il leggendario fondatore Walt Disney, accusato di simpatie filo-naziste, antisemite, sessiste e in linea generale una visione dei dipendenti e i sottoposti che verrebbe oggi identificata come quella di un suprematista bianco.
Noi cercheremo come sempre di attenerci strettamente al cinema, analizzando le opere senza giudicare gli uomini (o pretendere di conoscere la reale natura delle loro intenzioni). Ecco allora la nostra classifica dei 10 peggiori remake Live Action Disney dal 1996 al 2023 (e vi diremo subito che no,La Sirenetta non è tra questi).
10/9. Alice in wonderland (2010) – Alice attraverso lo specchio (2016) di Tim Burton
Premesso che il criticatissimo Dumbo non è assolutamente presente in questa classifica, il dittico di live action liberamente tratti da Alice nelle meraviglie e in generale l’opera letteraria e poetica di Lewis Carroll, se pur diretti da un cineasta visionario come Tim Burton, presentano oggettivamente una serie di problemi, anzitutto a livello della sceneggiatura firmata Linda Woolverton.
E se il primo film, Alice in Wonderland, presenta uno script oltremodo confusionario, ma si riscatta attraverso una serie di soluzioni visive ed effetti speciali a dir poco stupefacenti, il secondo capitolo, Alice attraverso lo specchio, sembrerebbe solo un bis ancor più confusionario, dettato forse più dalle esigenze di mercato (e l’idea di replicare il successo del 2010) che da una reale ragione artistica.
Certo Tim Burton si addentra nell’Universo di Alice e Lewis Carroll con tutta la grazia, la destrezza e l’ardire di un Maestro. Rimescola la carte, introduce nuovi personaggi e trasforma totalmente anche la morfologia del Classico di animazione del 1951, a partire proprio da Alice (Mia Wasikowska), Il Cappellaio Matto (Johnny Depp), la rivalità tra la villainHelena Bonham Carter (la Regina Rossa, forse vera protagonista del film) e l’antagonista, sua sorellaAnne Hathaway (la Regina Bianca).
Eppure, forse complici i dissidi e la tensione che notoriamente, a più riprese hanno causato tante rotture e riavvicinamenti tra le industrie Disney e il cineasta californiano, questi 2 live action raccontano una fase di profonda crisi creativa. Crisi che inizia a superare proprio grazie a Dumbo, opera ingiustamente maltrattata dalla critica (e forse destinata ad essere rivalutata e compresa solo in futuro).