In questo momento al cinema trovate La Sirenetta, remake live action del classico Disney del 1989 con protagonista Halle Bailey (qui la nostra recensione). Il film sta ottenendo un ottimo riscontro di critica e pubblico e anche il box office sorride alla pellicola. Il botteghino italiano segna infatti già più di un milione d’euro (1.131.714 per la precisione) in soli 2 giorni di proiezione. Il film è di gran lunga il più visto nel nostro Paese.
Il film, sebbene sia sia attenuto molto strettamente al gioiello animato di Ron Clements e John Musker, ha arricchito la narrazione con una serie di nuove aggiunte e modifiche per raccontare questa storia attraverso una nuova lente.
 È così divertente come le persone si aggrappano alle cose – ha detto il regista Marshall in una recente intervista con IndieWire. Non si rendono conto che questo è un genere diverso. Bisogna farlo funzionare come un film live action ragionando come se non ci fosse mai stato un film d’animazione precedente. È la tua occasione per fare cose che funzionano per la storia. Riguarda la storia. È come prendere una bella opera, una bella commedia e rifarla. Lo guardi attraverso una nuova lente. Non è il 1989, è il 2023, quindi come possiamo aggrapparci ancora alle cose più importanti che funzionano, ma poi reimmaginarle?
Il film di Marshall si apre infatti su una nota più adulta rispetto al suo predecessore animato, iniziando con un’epigrafe attribuita alla fiaba originale di Hans Christian Andersen:
Ma una sirena non ha lacrime, e quindi soffre molto di più.Â
Per Marshall, usare quella battuta significava gettare le basi dei temi che avrebbe affrontato nel suo film.Â
Sono tornato al racconto di Hans Christian Andersen, ecco da dove viene tutto questo. Volevo fare una rivisitazione della storia originale. L’opportunità che hai con un film live-action – che è molto diverso da un film d’animazione, è un genere molto diverso – è che puoi portare più profondità , più emozione al tutto