Ovviamente Nintendo ha preferito sfruttare le grandi potenzialità di grafica e meccanismi di BOTW nel fare, fondamentalmente e ancora una volta, bene quello che sa fare bene; ovvio che dal titolo c’è da aspettarsi poco a livello narrativo (anche perché il target sono sempre bambini e ragazzi) e che non c’è storia con le tripla A di PlayStation e Xbox. In altre parole no, TOTK non è rivoluzionario.
Ma va benissimo così, perché ci si trova subito accolti da un gameplay intuitivo e completo di infinite possibilità, dalla combinazione degli oggetti alle vere e proprie battaglie in gruppo contro i boblin, dalla possibilità di volare veramente ovunque e ad altezze vertiginose al poter risolvere gli intricati enigmi dei sacrari con più soluzioni a disposizione e affidandosi ad intuito e deduzione.
In questo senso gli elementi action ed RPG si mescolano con un’importante componente puzzle e rendono speciale ogni singolo momento vissuto in una mappa (anzi tre) che, del resto, non si fa mancare elementi con i quali interagire ad ogni passo. C’è quindi un ambiente ampio ma non vuoto, realistico e non tedioso; succede sempre qualcosa e ad ogni momento al player viene richiesto di agire, sfruttando le grandi possibilità di gameplay con prontezza e agilità.
In definitiva non si può parlare di un gioco che forse segnerà il decennio né il futuro del medium, ma di sicuro si può definire TOTK come un altro gioiello state-of-the-art, un sequel più che degno e un altro risultato di altissima qualità per Nintendo. Ora la grande sfida che attende al varco la casa giapponese è però un’altra: il prossimo gioco, quando arriverà, della saga di Super Mario.
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