The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom | RECENSIONE

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Ancora una volta Nintendo ci ha preso in pieno: il nuovo titolo di Zelda brilla per qualità e inventiva, e pur non rivoluzionando il genere si può già definire il gioco del 2023. Ecco la nostra recensione

Sei anni di attesa per il nuovo titolo della storica saga di The Legend of Zelda. Il nuovo gioco, Tears of the Kingdom, si pone come sequel diretto del precedente, Breath of the Wild, già considerato un capolavoro a suo tempo. E non c’è da girarci intorno: il risultato è pienamente soddisfacente, specie per i fan fedelissimi della saga.

Dopo quasi quarant’anni i giochi di Zelda continuano a rappresentare la punta di diamante della produzione Nintendo, ponendo sempre sfide nuove con meccaniche di gioco rinnovate e ambienti sempre più ampi da esplorare. Ne parliamo nel dettaglio e quindi, per chi ancora non s’è inoltrato compiutamente nel gameplay c’è l’avviso di SPOILER.

Come anticipato TOTK si sviluppa, a livello di mappa, non in orizzontale ma in verticale, con l’aggiunta di due nuove mappe, il cielo e il sottosuolo, parallele e complementari rispetto a quella di Hyrule; che è, poi, la stessa di BOTW ma con molte intriganti variazioni, come pozzi e caverne da esplorare ma anche nuovi nemici, nuove missioni e situazioni di gioco completamente diverse.

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Non si ha, insomma, l’impressione di vagare nella stessa identica mappa del gioco precedente; al contrario, c’è l’idea di un’esperienza completamente nuova ma che mantiene e sviluppa dinamiche e motivi di BOTW nella costruzione e nell’ampliamento di una lore in evoluzione. Si ritrovano personaggi, eventi, luoghi e azioni in contesti nuovi e dinamici.

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