Un episodio della Melevisione molto importante e dal sottotesto adulto, con protagonista Fata Lina: così la trasmissione per bambini affrontava il delicatissimo argomento dell’abuso sessuale
La Melevisione era, come programma per bambini e ragazzi, molto attenta a trattare i temi più diversi e in più di una occasione ha anche “osato” spingersi verso argomenti anche adulti e complessi. Questo è uno di quei casi: l’episodio “Il Segreto di Fata Lina”, andato in onda nel 2003, raccontava molto velatamente… di un abuso sessuale.
Pare incredibile a dirsi, visto anche che parliamo dopotutto di uno show per i più piccoli. Ma è proprio così: un evento traumatico di questo calibro viene vissuto proprio da un personaggio dell’innocente e allegro Fantabosco, e l’occasione è buona non solo per aiutarla a superare la sua paura, ma anche per dare un insegnamento a tutti; bambini in primis.
L’episodio inizia con Fata Lina che, sconvolta, va in cerca di Tonio Cartonio. Evidentemente le è accaduto qualcosa, e quando Tonio arriva (i due non si incontrano) ravvisa la preoccupazione nello “sguardo” dell’osservatore, ossia la telecamera stessa. Chi guarda è quindi direttamente coinvolto: cosa è accaduto alla povera fata?
Fata Lina si reca dalla Strega Salamandra e le offre la sua melodiosa voce in cambio di un “potere”: il potere che incenerisce. Tutto rimane sempre su un registro strettamente fiabesco, ma è chiaro che qualcosa non va. L’affare va a monte per colpa di Lupo Lucio, che corre a raccontare tutto a Tonio. La preoccupazione è ora condivisa, e anche la strega interviene: “Deve esserle successo qualche cosa”.
Fata Lina nel frattempo si rivolge al magico pozzo parlante, offrendogli tutti i suoi risparmi e chiede: “Dimmi, perché ho tanta paura a parlare? Ho forse qualche colpa, oppure no?” Il pozzo le risponde, trovata molto intelligente, con un eco della sua stessa voce che riprende solo alcune specifiche parole: “Paura, parlare. Colpa, no”.
Sopraggiunge Tonio, che chiosa: “A volte, riascoltare le proprie parole vale più di qualunque risposta”. I due tornano al chiosco, mentre ancora la fata non si decide a parlare. Lì però ne trova inaspettata occasione, osservando un disegno di sé stessa posto sul bancone assieme ad altri degli abitanti del Fantabosco che Lupo Lucio e Strega Salamandra si stavano divertendo a guardare.
A quel punto prende il disegno di sé stessa, dice: “La povera Fata Lina” e con un pennarello nero disegna i contorni di due mani, di traverso, sulla figura del suo corpo. Un momento lancinante, nel quale risulta chiaro che cosa le deve essere successo. Ma non viene detto chiaramente, solo suggerito, sia per non turbare eccessivamente il pubblico di bambini che, più importante, per sottolineare la vergogna della fata nel confessare l’avvenuto.