10 canzoni brutte di artisti leggendari [ASCOLTA]

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Tutti i cantanti e gli artisti prima o poi fanno canzoni “brutte”: mediocri, banali o anche semplicemente malriuscite. Ve ne proponiamo dieci legate a nomi della musica “intoccabili”

Dire canzoni “brutte” significa chiaramente chiamare in causa criteri soggettivi. Quando si può definire una canzone in tal modo? Quando per esempio risulta mediocre rispetto alla produzione media dell’artista; quando è inserita in un contesto in cui non c’entra nulla; quando è inessenziale, banale e non comunica niente. Canzoni come queste esistono, e le fanno anche i più grandi. Eccovene dieci.

The Beatles – Revolution 9

Iniziamo con un classico, in negativo, del più intoccabile dei gruppi; un brano talmente famoso per la sua eccentricità da essersi guadagnato pure una parodia ne I Simpson. John Lennon ha dichiarato di aver cercato, con questa composizione avant-garde ispirata ai lavori di Edgar Varese, di creare un “collage di suoni” che rappresentasse il concetto di rivoluzione. Un esperimento (con l’influenza di Yoko dietro, chiaramente) forse anche nobile e di alto livello, ma che con la musica dei Beatles non c’entra proprio nulla.

Red Hot Chili Peppers – Cabron

Non certo una delle migliori canzoni di By The Way, si segnala per l’esecuzione impeccabile di un Frusciante che, tuttavia, qui contribuisce alla costruzione di un sound fin troppo gimmick – ossia, stereotipato. Il titolo in spagnolo deve ovviamente richiamare la musica latina e la canzone procede infatti in quella direzione. Un brano oggi da molti dimenticato e non certo segnalato spesso tra i migliori del quartetto losangelino.

The Rolling Stones – Sing This All Together

Diciamolo: il periodo psichedelico non è stato esattamente il più felice per gli Stones. Nel tentativo di imitare gli esperimenti lisergici e pop dei quattro colleghi di Liverpool, in particolare nell’album Their Satanic Majesties Request (1967) Jagger e colleghi si abbandonano ad un songwriting allucinato e confuso che non gli appartiene, scartando riff e radici blues per dedicarsi a composizioni vacue come questa. Per fortuna nel 1968 si riprenderanno in fretta.

The Police – Mother

Una specie di disegno arabeggiante, già di per sé molto fumettistico, viene completato da un lamento sguaiato che da alcuni è stato paragonato ad un’inversione di ciò che canta John Lennon nella “sua” Mother. Musicalmente la traccia è sostenibile (e le parti di chitarra, di Andy Summers, sono ovviamente ottime), ma anche in questo caso si tratta di un divertissement che poteva trovare più posto come out-take o b-side per un singolo che al centro dell’ultimo album dello storico trio inglese.

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