L’infermiera è la storia raccapricciante di eventi reali accaduti in un ospedale danese tra il 2012 e il 2015, ora raccontati dalla serie Netflix
L’infermiera è la nuova serie danese che sta già facendo scalpore tra i nuovi titoli di Netflix. Un altro racconto di un killer sociopatico, formula che ormai la piattaforma sa bene come sfruttare dopo il successo di Dahmer, e che qui fa riferimento alla figura di Christina Aistrup Hansen, un’infermiera responsabile di diverse atroci morti in un ospedale danese tra il 2012 e il 2015.
La storia (attenzione: ovviamente per chi non ha visto la serie tutto quanto segue è SPOILER), per come narrata dalla serie e tratta dal libro The Nurse: The True Story Behind One Of Scandinavia’s Most Notorious Criminal Trials (questo è il titolo in inglese, chiaramente), viene presentata dal punto di vista di Pernille Kurzmann (Fanny Louise Bernth), un’infermiera più giovane e fresca di studi che diventa amica della Hansen (Josephine Park).
Tra le due, entrambe in forza all’ospedale di Nykøbing Falster, si sviluppa uno stretto legame che porta però presto Pernille a covare dei sospetti nei confronti della più anziana ed esperta collega. Pernille si accorge presto che un numero inusualmente alto di pazienti apparentemente sani soffre di improvvisi attacchi cardiaci, situazioni nelle quali lei e Christina debbono intervenire tempestivamente cercando di salvarli.
Christina sembra trarre entusiasmo da questi momenti-limite, amando l’adrenalina della lotta contro la morte e provando sensazioni piacevoli anche quando il paziente purtroppo muore. I sospetti diventano presto amare certezze e Pernille realizza che Christine fa in modo di provocare intenzionalmente attacchi cardiaci in pazienti sani o non affetti da patologie al cuore per il puro gusto, poi, di cercare di salvarli.
Tutto questo è successo nella realtà: Christine, s’è scoperto, iniettava direttamente nel flusso sanguigno dei pazienti alte dosi di morfina e diazepam, celando poi il tutto e godendosi ogni volta la sfida adrenalinica della corsa al salvataggio. Scoperta la colpevolezza della Hansen l’ormai ex-infermiera è stata inizialmente condannata all’ergastolo, sentenza poi ridotta a 12 anni di prigione.
Oggi ha 39 anni e quando uscirà di prigione ne avrà 50. Quanto a Pernille Kurzmann, lavora a tutt’oggi nello stesso ospedale. Uno psicologo ha definito il caso della Hansen come “disordine di personalità istrionica”, una sindrome mentale che porta chi ne è affetto a gesti estremi pur di attirare l’attenzione su di sé, in una forma grave di narcisismo. Molto grave diremmo, in questo caso.