Un’assistente virtuale (Scarlett Johansson) che assume l’improbabile ruolo di compagna del solitario Theodore (Joaquin Phoenix). Lei non è lì, ma basta la sua voce per simulare una presenza e una compagnia, così come possono fare (o cercano di fare) reali assistenti digitali come Siri, Cortana o Alexa. Il film di Spike Jonze racconta l’amara storia d’amore tra i due, con toni avveniristici ma anche profondamente umani che fanno sbiadire il confine tra la nostra specie e quella digitale da noi creata.
6. Ava (Ex Machina)
Dalla penna di Alex Garland una storia su un’intelligenza artificiale progettata da un imprenditore senza scrupoli dall’atteggiamento tossico e con le peggiori intenzioni. Come in molti racconti di Garland presto i test effettuati su Ava (Alicia Vikander), l’androide femmina protagonista, si colorano di risvolti psicologici critici e nell’atmosfera claustrofobica di una villa isolata si consuma un thriller che parla anche, metaforicamente (ma non troppo) di emancipazione. Ava rompe la sua condizione di vittima e “schiava”, costretta a trovare una forza di carattere tutta femminile, se pur sempre artificiale.
7. Agente Smith (The Matrix)
Non solo l’agente Smith (Hugo Weaving) rappresenta il volto più intransigente e inumano delle macchine che hanno costruito il mondo artificiale di Matrix e sono, nel futuro, in guerra perenne con gli umani; Smith va oltre, trasformandosi in un virus e corrompendo l’insieme di Matrix stessa, finendo col rappresentare la nemesi di Neo (Keanu Reeves) in uno scontro apocalittico che decide di equilibrio e coesistenza tra umanità e tecnologia.
Protagonista dell’omonimo film cult Disney del 1982, Tron è un programma senziente dal volto umano che si muove in una immaginaria realtà digitale, tra programmi come lui cercando di aiutare il suo creatore e altri umani inaspettatamente intrappolati in quel mondo contro una intelligenza artificiale malvagia. Un film molto anni ’80 con una morale abbastanza prevedibile; ma gli effetti, le grafiche e le estetiche erano davvero all’avanguardia e i temi toccati molto interessanti per l’epoca.
9. Terminator (Terminator)
Ossia, la peggior concezione possibile di una intelligenza artificiale: una macchina assassina, che ha come unico scopo l’uccisione di una donna. Anche se dal secondo film i modelli di Terminator (Arnold Schwarzenegger) vengono riprogrammati per difendere e non uccidere Sarah e John Connor, altri modelli ancora vengono spediti contro di loro e a completare il tutto c’è la prospettiva dello scenario apocalittico scatenato da Skynet, la rete di difesa (sempre I.A.) che causerà la fine del mondo. Ancora una volta sarà umanità contro logica robotica, in un ruolo assunto dalla tecnologia né positivo né negativo ma cangiante, complesso e sfumato.
Forse la più celebre I.A. della storia del cinema, quella ideata da Kubrick e Clarke è anche la più fredda, spietata e inumana tra le macchine pensanti apparse sul grande schermo. Assassino a causa di un banale malfunzionamento, HAL 9000 inscena uno scontro all’ultimo sangue nel freddo dello spazio sulla strada per Giove, finendo col suscitare persino compassione quando alla fine viene disattivato. Una visione della futura tecnologia che va oltre la semplice paura della stessa e che il genio di Kubrick interpreta già, nel 1968, come necessario riflesso di una fase dell’evoluzione dei suoi creatori: gli umani.
Che ne pensate di questa lista? Ci sono altre intelligenze artificiali che abbiamo scordato di menzionare? Fatecelo sapere su LaScimmiaPensa