Le I.A. stanno iniziando ad assumere un ruolo importante nella nostra società solo adesso, ma il cinema se ne è immaginate molte già da decenni. Ecco le più famose
Ora che le I.A. cominciano ad assumere sempre più un volto e un ruolo nel nostro mondo, è il momento di riscoprire come il cinema e l’arte le hanno immaginate a loro tempo e nei più diversi contesti, tra ingenuità e distopia. Ecco un elenco di dieci storiche intelligenze artificiali tratte da famosi film fantascientifici: I.A. che come sappiamo hanno assunto più connotati diversi, avvicinandosi oppure allontanandosi dalla nostra umanità.
1. Roy Batty (Blade Runner)
Non si può partire che da qui. Roy e gli altri androidi fuggiti ai quali Deckard dà la caccia rappresentano una condizione esistenziale di profonda instabilità, perché possono vivere solo quattro anni. Alla disperata ricerca di uno scopo nella loro esistenza i quattro si fanno violenti e lo scontro tra Deckard e Batty diventa una metafora della lotta alla ricerca di un senso nelle nostre vite al di là di limiti, condizioni e vizi di forma. Il film rimane un cult nonché una profonda riflessione ontologica.
Spielberg riprende in mano il progetto di Kubrick e ne ricava un film che collega l’idea di una intelligenza artificiale “bambino” ad un altro personaggio nato come “finto” ma che in realtà si sente “vero”: Pinocchio. Il viaggio di David è una profonda scoperta della sua natura alla ricerca di una identità che gli consenta di venire a patti con la sua essenza metà umana e metà meccanica. Un film coloratissimo, fantasioso e molto filosofico, forse tra i più sottovalutati del regista.
3. Andrew (L’Uomo Bicentenario)
Andrew (Robin Williams) è un automa che inizialmente, in questo storia tratta da un racconto di Isaac Asimov (che quando si parla di robot e I.A.non può mancare), funge poco più che da maggiordomo per una famiglia in un vicino futuro. Ma gli anni passano e tra aggiornamenti ed esperienze Andrew scopre pian piano una propria umanità, lasciando spazio ad amori e sentimenti e conquistandosi il suo spazio in un’esistenza non strettamente tecnologica. Un film profondo e soprattutto molto emotivo.
Il robot del film cult con Will Smith è quello che più di ogni altro nella produzione fantascientifica al cinema (finora) tiene fede alla complessità delle tematiche esplorate da Isaac Asimov: a quale coscienza risponde? Distingue tra giusto e sbagliato? Può essere amico o nemico degli umani, o entrambe le cose? Domande difficili che trovano risposte altrettanto difficili in un action sci-fi con tratti noir che nonostante molte visioni ingenue a distanza di vent’anni si ritrova invecchiato più che bene.