In questi ultimi anni sta raccogliendo sempre più consensi l’idea che ci siano canzoni troppo simili una all’altra. Ma la musica sta diventando davvero tutta uguale o ci sono altre ragioni dietro queste sensazioni?
Partiamo subito col dire che la musica non sta diventando tutta uguale, anzi possiamo dire che là fuori c’è della musica da paura e ci sono ancora tantissimi artisti e band davvero incredibili. Ma allora perchè spesso sentiamo dire questa frase anche dagli addetti ai lavori?
Dobbiamo precisare che questa sensazione si avverte principalmente per quanto riguarda la musica mainstream. Nello specifico quando viene proposta attraverso palisensti radiofonici o su piattaforme musicali online e, seppur in misura limitata, anche in manifestazioni televisive.
Questi canali di distribuzioni hanno sicuramente una bella fetta di responsabilità sotto questo aspetto. Le radio commerciali per esempio sono costrette, (per ovvi motivi legati ai profitti della pubblicità), a trasmettere principalmente i brani ritenuti di successo in quel momento. I cosidetti tormentoni passano sulle radio principali fino a cinque o sei volte in una singola giornata.
Dato che tutti devono trarre il massimo utile, le principali emittenti si uniformano, proponendo ogni giorno quegli stessi brani. Presentare musica nuova, artisti emergenti, sound sperimentali o lontani dalle mode del momento a questo punto diventa un rischio che nessuno si vuole prendere. Sicuramente questo è un fattore che pesa molto e alimenta la sensazione di un’eccessiva omogeneità musicale.
Ma sono anche le case discografiche a non voler correre rischi e fanno del loro meglio per spingere verso queste produzioni mainstream che seguono l’onda del momento. Aggrappandosi a sonorità collaudate e a cui il pubblico è già fidelizzato. Del resto un pò tutti tendiamo a scegliere con più facilità ciò che ci è già familiare anche in campo musicale. Una sorta di pigrizia mentale che l’industria musicale sfrutta molto bene.
Tutto questo può generare la sensazione che, alla fine nostante ci siano decine e decine di cantanti, le canzoni siano tutte piuttosto simili. Non dobbiamo sottovalutare quanto gli stessi artisti sfornino brani sempre più essenziali e con poche sonorità. Non a caso esiste un trio di musicisti australiani che giocando sulle evidenti similitudini delle progressioni nei brani pop, (sebbene esasperi il concetto), ci faccia anche riflettere.
Come fare allora ad ascoltare qualcosa di nuovo? Fondamentalmente cercandosela da soli senza avere pregiudizi. Esplorando generi diversi, classifiche di altri paesi e ovviamente condividendo con altri. Sì perchè spesso, il passaparola può fare miracoli. In Italia è sempre mancata una vera divulgazione musicale, oggi più che mai ad esempio sono completamente assenti programmi sulle principali reti televisive dove si faccia conoscere e si proponga musica.
Per questo ricercare e condividere diventa un ottimo metodo per diffondere un pò di cultura musicale, che non si fermi ai classici stra-conosciuti e a quei quattro tormentoni che comunque impareremo a memoria. Un ultimo modo, ma non per importanza, è anche quello di continuare a leggere gli articoli musicali della LaScimmiaPensa.