Perché i Sex Pistols si chiamavano così? Una ragione c’è e non è quella che pensate!
I Sex Pistols rimangono uno dei gruppi più trasgressivi e provocatori della storia del rock, a partire sicuramente dal loro nome. Le “pistole del sesso”, così i quattro si sono fatti conoscere in un clima musicale in evoluzione e che lasciava sempre più spazio a quella congiuntura di ironia e iconoclastia che porta il nome di punk rock.
Ma da dove è venuto questo nome? Chi lo ha scelto e come è stato affibbiato all’improbabile band? Presto detto: la band si forma a Londra nel 1975 per iniziativa di Steve Jones, Paul Cook, Glen Matlock e John Lydon; Sid Vicious arriverà solo in un secondo momento nella storia della band.
I quattro componenti originali vengono riuniti insieme dal manager ambizioso Malcolm McLaren, reduce di fresco di una permanenza negli Stati Uniti durante la quale ha avuto modo di apprezzare la nascita del punk “originale” a New York, facendo da agente ai New York Dolls e ammirando figure come quelle di Richard Hell, Iggy Pop, Tom Verlaine e Patti Smith.
E quando cerca di rilanciare lo stesso fenomeno, sia a livello musicale che iconografico, in Regno Unito lo concepisce così: “Ho lanciato l’idea nella forma di una band di ragazzini che potessero essere percepiti come cattivi“. Non un’idea inedita, naturalmente: basti pensare per esempio ad Alice Cooper, o ai Black Sabbath.
Ma ciò che caratterizza i Sex Pistols e la loro musica sono un’aggressività e un’energia pretenziosamente nichilista, con richiami all’anarchia e persino (in Gran Bretagna è tutto dire) inni anti-monarchici. E come ciliegina sulla torta cosa ci può essere di meglio che un nome fastidioso per i “matusa”, inviso alle istituzioni e agli ambienti conservatori e perbenisti?
E per l’idea risolutiva non occorre nemmeno andare a cercare chissà dove: si dà infatti il caso che McLaren sia il proprietario, assieme ad una certa Vivienne Westwood, di un negozio di vestiti a King’s Road che si chiama proprio SEX. Luogo frequentato da giovani sbandati nullafacenti come i quattro futuri Sex Pistols, appunto.
Non solo: è anche dove di fatto è proprio la Westwood a ideare e spingere molte delle idee che andranno a formare la “moda” punk, poi diffusa e mescolata con le nuove tendenze giovanili per tutti gli anni ’80. Ma i Sex Pistols la incarnano in primis: jeans strappati, spille da balia, vestiti a brandelli o dimessi, giacche di pelle e persino (nel caso di Sid Vicious) magliette con la svastica.
Un’appariscenza che collima perfettamente con l’idea che di loro ha McLaren come di: “Giovani assassini sexy”. Ma Glen Matlock fornisce versioni differenti sulla storia della scelta, sostenendo che prima siano stati tentati altri nomi come Crème de la Crème e Le Bomb and the Damned (i Damned saranno poi coincidentalmente un altro gruppo punk inglese di grande successo).
Un’altra teoria sostiene che le “pistole” nel nome non sarebbero altro che metafore per dei peni, come nella canzone Happiness Is a Warm Gun dei Beatles. E lo proverebbe il titolo del loro unico album: Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols. Ossia: “Chi se ne frega dei coglioni, ecco le pistole del sesso”. Se le “gonadi” vengono rimosse, diciamo così, è chiaro che cosa resta.
Un’ultima teoria, un pochino più elegante, sostiene che Sex Pistols sia semplicemente una contrazione dell’espressione latina pistilla sex, che indica gli organi riproduttivi di fiori e piante. Una spiegazione che ci sembra carina ma molto poco adattabile alla storia della band. Ufficialmente, il collegamento alla bottega SEX rimane quello più plausibile.