Ormai manca poco all’uscita di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e i fan della serie sono già in subbuglio. Il gameplay mostrato da Eiji Aonuma qualche giorno fa ha fatto discutere ma questo significa che il sequel dell’acclamato Breath of the Wild è uno dei videogiochi più attesi in uscita quest’anno.
Abbiamo voluto cogliere l’occasione per considerare la saga nella sua interezza, dagli inizi nel lontano 1986 ai fasti di oggi. The Legend of Zelda è una serie che ha fatto la storia di Nintendo e di tutto il mondo videoludico e qui di seguito abbiamo deciso di presentarvi quelli che secondo noi sono i dieci capitoli migliori e più rappresentativi.
10) The Legend of Zelda: The Minish Cap
Iniziamo questa particolare classifica con un capitolo sottovalutato delle avventure di Link. The Legend of Zelda: The Minish Cap è uscito nel 2004 per Game Boy Advance e, proprio in quel periodo, stava per essere lanciata sul mercato il Nintendo DS, nuova console portatile della casa nipponica.
Questo sicuramente non ha giovato al successo del videogame, che però resta una gemma nascosta a cavallo di due distinte generazioni. The Minish Cap infatti abbina la classica visuale dall’alto dell’era bidimensionale ad uno stile artistico caratterizzato da un’estetica più votata alla modernità.
In questa versione di Hyrule, Zelda e Link sono bambini che si recano ad una fiera per commemorare il popolo Picori, composto da minuscole creature che appaiono una volta ogni cento anni. Durante questa fiera viene organizzato un torneo in cui il vincitore, un misterioso stregone di nome Vaati, potrà toccare la leggendaria Spada Minish, conficcata in un baule contenente tutti gli spiriti da essa sconfitti.
A questo punto Vaati distugge la spada e il baule con la sua magia liberando gli spiriti e, nella fuga, pietrifica la Principessa Zelda. La Spada Minish rappresenta l’unico modo di salvare la Principessa e soltanto i Picori possono ripararla quindi, considerato che soltanto i bambini possono vedere questi particolari esserini, Link sarà incaricato di risolvere la situazione.
Sebbene il gioco sia abbastanza breve, non mancano meccaniche originali che rendono questo capitolo un’esperienza unica. L’abilità principale di Link sarà quella di potersi rimpicciolire grazie all’incontro con Egeyo, un Picori trasformatosi in cappello che sarà il nostro compagno nell’arco della nostra avventura.
L’abilità di rimpicciolirsi è una ventata di aria fresca perchè permette di interagire con il mondo circostante in modo sempre diverso. le nostre dimensioni infatti influiscono sia sul combattimento che sull’esplorazione, fornendoci uno strumento che si pone alla base del gameplay di questo capitolo.
In The Legend of Zelda: The Minish Cap inoltre c’è un’abbondanza di oggetti da collezionare che non si limitano ai soliti miglioramenti per il nostro personaggio ma vengono introdotti dei nuovi elementi chiamati Kinstone. Si tratta di un sistema nuovo che permette a Link di usare le proprie Kinstone trovate nel mondo per fonderle con quelle di altri personaggi e guadagnare una ricompensa. Non tutti hanno apprezzato l’aggiunta di questa caratteristica ma è sicuramente qualcosa che può tenere impegnati i giocatori che vogliono passare più tempo in questo magico mondo.
The Legend of Zelda: The Minish Cap non è l’avventura più memorabile della saga ma resta senza dubbio un capitolo che merita più attenzione da parte dei fan.
9) The Legend of Zelda
Nel 1986 Shigeru Miyamoto ha dato vita ad un titolo leggendario che ha rappresentato, non solo l’inizio di una delle saghe più influenti del panorama videoludico, ma anche la nascita di uno dei volti simbolo di Nintendo insieme a Mario.
Si tratta dell’originale The Legend of Zelda, un videogioco che ha rivoluzionato l’intera industria garantendo al giocatore la ibertà di esplorare e di affrontare ostacoli e problemi in modo sempre originale.
La patina dorata che copriva la cartuccia del videogioco simboleggiava perfettamente quanto le idee proposte da The Legend of Zelda fossero all’avanguardia e quanto tutto fosse realizzato attraverso un comparto tecnologico avanzato che sfruttava pienamente le potenzialità della console NES.
La storia de primo The Legend of Zelda era molto semplice e narrava della fuga di prigione del malvagio Ganon, che avrebbe voluto impossessarsi della Triforza. Ad impedirglielo però c’è la Principessa Zelda che la frammenta in otto parti e le spedisce in giro per il mondo. Ganon riesce ad impadronirsi di un frammento di Triforza e a rapire la Principessa, quindi toccherà a Link salvare lei e tutta Hyrule.
Questa premesse mette in moto un’avventura ricca di elementi che oggi sono alla base di ogni videogame della saga. Vengono introdotte numerose caratteristiche del gameplay, basato sull’esplorazione di livelli in cui Link dovrà combattere una varietà di nemici e risolvere enigmi per proseguire.
Il vero punto di forza di questo titolo però sta nella libertà garantita al giocatore di affrontare l’avventura nel modo in cui preferisce. Non esistono infatti obiettivi o quest, a partire dall’inizio dell’avventura possiamo decidere di muoverci in modo indipendente senza alcun suggerimento da parte del gioco.
Questo può rappresentare un ostacolo inizialmente, tuttavia la soddisfazione che si prova a farsi strada per Hyrule con il solo aiuto della nostra abilità ed immaginazione è una sensazione impareggiabile.
The Legend of Zelda è un gioco che ha permesso all’industria videoludica di fare un balzo in avanti inimmaginabile solo pochi anni prima e che ha ispirato innumerevoli progetti che devono il loro successo al titolo rivoluzionario di Nintendo.
Questo videogioco è ancora oggi uno dei più influenti in assoluto ed è responsabile di aver dato origine ad una saga che ancora oggi appassiona i videogiocatori di tutto il mondo. Se occupa una posizione relativamente bassa nella nostra classifica è soltanto perchè può essere impegnativo per un giocatore moderno rivisitare un titolo di questo genere che, pur avanti per i suoi tempi, resta ancorato a grafiche e concetti di oltre trent’anni fa.
8) The Legend of Zelda: The Wind Waker
Dopo l’epoca d’oro del Nintendo 64, Nintendo ha deciso di voltare pagina pubblicando il primo capitolo della saga sviluppato per il nuovo Nintendo GameCube.
Stiamo parlando di The Legend of Zelda: The Wind Waker, uno dei videogiochi più controversi di questa famosissima serie. Gli sviluppatori infatti hanno tentato di attuare numerose innovazioni sia stilistiche che meccaniche, findo per provocare reazioni contrastanti da parte del pubblico.
Il primo elemento che può essere immediatamente notato è la grafica cel-shading che da uno stile ben definito sia ai personaggi che al mondo circostante. Anche le animazioni hanno seguito questa scelta stilistica che ha differenziato il gioco da tutti i suoi predecessori.
Anche in termini di gameplay sono state introdotte molte novità. Innanzitutto il mondo di The Wind Waker è composto perlopiù da oceani che Link deve attraversare con la sua nave, una caratteristica che definisce questo capitolo della serie.
Il combattimento poi riceve numerose modifiche e arriva ad includere anche una meccanica che permette di schivare i colpi dei nemici.
The Wind Waker è stato anche riadattato per le console Wii U un decennio dopo la sua uscita. Questa versione rende le grafiche molto più moderne e permette ad una nuova generazione di poter apprezzare quella che è senza dubbio una delle più memorabili avventure di Link.
7) The Legend of Zelda: Oracle of Ages/Oracle of Seasons
A cavallo del nuovo millennio la saga The legend of Zelda stava subendo innumerevoli trasformazioni, soprattutto a causa del passaggio dalla classica visuale 2D a quella tridimensionale che l’avrebbe caratterizzata in futuro.
Nel 2001 infatti, Nintendo affidò a Capcom la produzione di un nuovo capitolo della serie. Gli sviluppatori giapponesi hanno deciso di sviluppare una coppia di videogiochi fra loro collegati e che si completavano a vicenda sia nella storia che nel gameplay.
Si tatta di Oracle of Ages e Oracle of Seasons, due videogiochi molto simili e molto diversi allo stesso tempo. Oracle of Ages si focalizza molto sulla risoluzione di puzzle all’interno di dungeon ben realizzati. Oracle of Seasons invece si concentra di più sull’azione e il combattimento.
Entrambi i vidogiochi hanno uno strumento che permette a Link di modificare il mondo attorno a se per poter meglio raggiungere i propri obiettivi. Si tratta dell’Asta delle Stagioni e l’Arpa dei Secoli, due strumenti esclusivi ad uno dei due giochi con cui Link interagiva con il mondo e si faceva largo fra i vari livelli.
La combinazione dei due titoli dava vita ad un’esperienza unica perchè la vera trama si poteva sbloccare soltanto giocandoli entrambi poichè i risultati ottenuti in un gioco influenzavano l’altro e viceversa.
Le idee introdotte da questa coppia di videogiochi hanno portato Capcom a realizzare uno dei migliori capitoli della saga di The Legend of Zelda, ricordata da chiunque abbia avuto la fortuna di avere un Game Boy Color.
6) The Legend of Zelda: Twilight Princess
Nel 2006 la Nintendo lanciava sul mercato una delle sue console di maggiore successo, ovvero la Wii. Fra i titoli che hanno aiutato la Wii ad esordire in maniera trionfale c’era anche il nuovo capitolo delle avventure di Link, chiamato The Legend of Zelda: Twilight Princess.
Questo videogame si presentava come il degno erede di Ocarina of Time e proponeva ai fan della serie una trama e uno stile artistico più cupo e maturo, al contrario di quello offerto dal controverso The Wind Waker qualche anno prima.
L’avventura parte in maniera lenta e rilassanta, presentandoci il nostro eroe in un’ambientazione bucolica, ben lontana dai contrasti che caratterizzeranno la trama. Il viaggio porterà Link in una dimensione oscura nella quale, con grande sorpresa, si traformerà in lupo e verrà rinchiuso nelle segrete di un castello dove incontra Midna.
Il nostro eroe si allea con la sua nuova compagna di viaggio e i due fuggono e incontrano la Principessa Zelda, che spiega loro come questa dimensione sia il Regno di Hyrule, caduto nell’oscurità.
Con l’aiuto di Midna, Link dovrà capire come recuperare le sembianze umane e salvare il Regno di Hyrule. Si tratta quindi di una trama che, sebbene riprenda elementi classici della saga, lo fa attraverso una lente diversa che garantisce alla storia toni più maturi.
Per quanto riguarda il gameplay invece, le innovazioni inserite in questo titolo sono molto interessanti. Utilizzare Link in versione lupo permette al giocatore di variare stile di gioco e avere più possibilità di affrontare i medesimi ostacoli.
I dungeon di Twilight Princess inoltre sono memorabili e abbinano un combattimento veloce e scattante ad una nutrita varietà di nemici. Il mondo vasto ci tiene impegnati per decine e decine di ore, accompagnandoci con una colonna sonora che non sfigura rispetto agli altri capitoli della serie.
Una menzione particolare va alla grafica perchè all’epoca del suo lancio, The Legend of Zelda: Twilight Princess era assolutamente all’avanguardia. La capacità di realizzare in maniera realistica un mondo così vasto e dei personaggi così caratterizzati è stata una conquista per Nintendo e la versione HD realizzata dieci anni dopo lo dimostra perfettamente.
5) The Legend of Zelda: Phantom Hourglass
The Legend of Zelda è da sempre una saga che si adatta bene sia alle console classiche che a quelle portatili, grazie all’ingegno degli sviluppatori che trovano sempre modi nuovi per intrattenere i giocatori.
L’uscita del Nintendo DS nel 2004 ha cambiato per sempre il panorama videoludico, introducendo elementi interattivi mai visti prima come l’utilizzo di uno schermo touch screen.
Uno dei videogiochi a fare maggiormente uso di queste innovazioni tecniche è stato senza dubbio The Legend of Zelda: Phantom Hourglass. Si tratta di un titolo che purtroppo non riceve l’attenzione che merita, perchè uscito in un periodo in cui moltissimi videogiochi iconici facevano il loro debutto sul mercato.
Nel 2007, quando questa breve avventura di Link sbarcava su Nintendo DS, venivano rilasciati titoli del calibro di Bioshock, Assassin’s Creed e Halo 3, oscurando inevitabilmente il nuovo capitolo della saga di Nintendo.
Phantom Hourglass è un sequel del controverso The Wind Waker. Link e la sua amica Tetra si imbattono in una nave pirata durante i loro viaggi per il mare. Link si sveglierà in un’isola misteriosa e andrà alla ricerca della sua compagna scomparsa.
A questo punto il giocatore si imbarcherà in un viaggio per i vari arcipelaghi che popolano il mondo di Phantom Hourglass. Come tutti gli altri capitoli della saga, l’esplorazione sarà scandita da numerosi dungeon interessanti popolati da nemici da sconfiggere e da enigmi da risolvere.
A differenza di tutti gli altri titoli però, Phantom Hourglass utilizza in modo magistrale la tecnologia messa a disposizione dal Nintendo DS, permettendo al giocatore di disegnare sulla mappa e di utilizzare metodi innovativi per combattere e proseguire l’esplorazione. Alcune volte dovremo addirittura soffiare nel microfono della nostra console per risolvere certi puzzle.
Le critiche a questo videogame si basano sul fatto che può sembrare un’esperienza a tratti troppo semplice e rilassata che utilizza molti elementi di The Wind Waker. Alcune lamentele sono fondate, considerato il fatto che durante la nostra breve avventura il gioco ci riconduce più volte nello stesso dungeon chiamato Tempio del Re dell’Oceano.
Sicuramente non si tratta del titolo più creativo o all’avanguardia della saga The Legend of Zelda ma il pieno utilizzo del Nintendo DS rende l’avventura veramente originale e vi consigliamo di dargli una possibilità se non lo avete mai provato.
4) The Legend of Zelda: A Link To The Past
All’inizio degli anni ’90 il panorama videoludico era profondamente diverso da oggi ma Nintendo occupava già una posizione dominante sul mercato.
Con il primo The Legend of Zelda la compagnia giapponese ha creato solide basi per una serie che sarebbe diventata iconica ma il secondo capitolo ha apportato delle modifiche alla formula che ne hanno messo in discussione l’identità agli occhi dei fan.
The Legend of Zelda: A Link To The Past è il videogioco che ha permesso alla saga di sbocciare definitivamente e che ha introdotto molti elementi che tuttora la definiscono.
I tredici dungeon sparsi per questa dettagliata versione di Hyrule sono creati con attenzione ai minimi dettagli e stabiliscono i concetti su cui la serie si sarebbe basata, ovvero l’esplorazione unita alla risoluzione di puzzle e al combattimento.
Vestire i panni di Link per salvare la Principessa Zelda si rivelerà l’ossatura della trama di tutti i capitoli successivi ma, in The Legend of Zelda: A Link To The Past, viene tutto raccontato tramite uno stile artistico immortale che rende questo capitolo sviluppato per SNES apprezzabile anche a trent’anni di distanza.
L’intera esperienza poi viene condita da una colonna sonora entrata nella storia e che ha accompagnato Link da quel momento in poi, contribuendo a rendere The Legend of Zelda: A Link To The Past un classico senza tempo.
3) The Legend of Zelda: Breath of the Wild
Tessere le lodi di The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stata un’attività comune negli ultimi anni, che ha reso questo capitolo della saga il più universalmente apprezzato di sempre.
Il titolo ha contribuito al successo planetario della Nintendo Switch e ha rivoluzionato per sempre il concetto di videogioco open-world. A partire dal 2017 infatti, tutti hanno cercato di inseguire le innovazioni introdotte da questo gioco ma nessuno è riuscito a catturare l’atmosfera che Nintendo è riuscita a creare con l’ultimo capitolo della saga The Legend of Zelda.
Breath of the Wild infatti fa della libertà di esplorazione e della creatività i suoi maggiori punti di forza. Già dai primi istanti infatti veniamo catapultati in un mondo sconfinato popolato di strani mostri e personaggi che ci accompagneranno durante la nostra avventura.
Potremo muoverci liberamente fra pianure, specchi d’acqua, montagne e spiagge che nascondono centinaia di segreti da scoprire e che rendono la nostra avventura sempre interessante e la arricchiscono con un essenziale elemento di sorpresa.
Esplorando questa immensa riproduzione del regno di Hyrule ci porterà ad imbatterci in diversi punti d’interesse come i Sacrari, piccolli dungeon sparsi per il mondo e popolati di nemici e puzzle che dovremo risolvere per potenziare Link.
Arrivare al Castello di Hyrule e combattere Ganon è solo il coronamento di un viaggio in cui per la prima volta abbiamo la piena libertà di creare l’avventura che vogliamo.
Il connubio fra elementi classici della saga e innovazione rende The Legend of Zelda: Breath of the Wild uno dei giochi più influenti degli ultimi anni e che sicuramente resterà a lungo nella memoria di tutti i fan.
2) The Legend of Zelda: Majora’s Mask
Il nuovo millennio ha portato in dote uno dei capitoli più amati della saga The Legend of Zelda. Sviluppato in poco più di un anno, The Legend of Zelda: Majora’s Mask rappresenta il coraggio di Nintendo nello sperimentare e osare introdurre idee nuove in una serie già fortemente stabilita e con milioni di fan in tutto il mondo.
Non ci sono dubbi, Majora’s Mask è il capitolo più eccentrico della saga perchè utilizza come elemento centrale un ciclo temporale di 72 ore lungo il quale si sviluppa l’intera storia e che influenza profondamente anche il gameplay.
Link infatti si trova catapultato a Termina, caratterizzata da un’atmosfera inaspettatamente cupa e malinconica per gli standard della serie. Questo mondo sta per finire e sta a noi fermare Skull Kid e impedire che la Luna si schianti su Termina.
A rendere Majora’s Mask speciale però non è solo la storia inedita ma anche i personaggi che popolano questo mondo. Ogni abitante di Termina sembra stia attraversando momenti difficili che Link proverà a risolvere.
La cura nel dipingere un mondo vitale ma allo stesso tempo macabro colpisce dove nessun capitolo precedente aveva tentato di arrivare e questo ha permesso di a The Legend of Zelda: Majora’s Mask di entrare nell’Olimpo dei classici.
1) The Legend of Zelda: Ocarina of Time
Al primo posto non poteva che esserci il capolavoro che ha portato la saga nella terza dimensione. Il 1998 infatti ha visto The Legend of Zelda sbarcare su Nintendo 64 con uno dei migliori videogiochi di sempre.
The Legend of Zelda: Ocarina of Time è senza dubbio il capitolo più influente della serie e che l’ha portata a vette mai raggiunte prima.
Vestendo i panni di Link ci imbarchiamo in un avventura che include tutti gli elementi che rendono questa saga leggendaria. Dovremo farci strada nel Regno di Hyrule insieme alla nostra compagna, la fatina Navi, per mettere in salvo la Triforza di cui il malvagio Ganondorf si sta cercando di impossessare.
Tutto ha inizio con un sogno, o meglio un incubo, nel quale Link vedrà la Principessa Zelda essere rapita dal suo castello e dovrà partire in un viaggio che lo porterà ad esplorare tutta Hyrule
Il design dei livelli permette ai giocatori di vivere un mondo di gioco enorme e mai visto prima, che è rimasto marchiato a fuoco nella memoria di tutti i fan.
Anche il combattimento viene rinnovato profondamente dalla sua versione bidimansionale. Affrontare i nemici di Ocarina of Time diventa un’esperienza molto più intima e ci permette di misurarci in tempo reale con minacce sempre varie.
Le grafiche impressionanti per l’epoca si uniscono alla colonna sonora iconica e al geniale utilizzo dell’ocarina, uno strumento musicale che da il titolo al videogioco e che viene spesso utilizzato per risolvere enigmi all’interno di alcuni fra i migliori dungeon che la serie sa offrire.
The Legend of Zelda: Ocarina of Time riesce a combinare perfettamente gli elementi rappresentativi della saga e portarli letteralmente in una nuova dimensione. Merita senza alcun dubbio il primo posto della nostra classifica e siamo certi che se gli dedicherete il vostro tempo non ve ne pentirete.