Su Netlflix è appena arrivatoChupa, un film per ragazzi diretto da Jonás Cuarón, figlio del più celebre Alfonso.La pellicola, ambientata in Messico, ci porta nel pieno della cultura locale tra la leggenda del Chupacabra e il mito dei Luchadores, i mitici wrestler con la maschera. Sebbene molto di quello che vediamo a schermo sà molto di già visto, la realizzazione tecnica e la buona maestria dietro la macchina da presa del Cuaròn figlio d’arte riescono a tirare fuori un film estremamente godibile e divertente. Ecco la nostra recensione.
Chupa: il Trailer
Chupa: il Cast
Demián Bichir nel ruolo di Abuelo
Christian Slater nel ruolo di Richard Quinn
Evan Whitten nel ruolo di Alex
Ashley Ciarra nel ruolo di Luna
Nickolas Verdugo nel ruolo di Memo
Chupa: la Trama
Alejando, detto Alex, è un ragazzino di origine messicane che vive a Kansas City e che sta superando il lutto per la morte del padre. La madre decide dunque di mandarlo a trovare suo nonno in Messico per riallacciare i rapporti con le sue radici. Qui Alex, inizialmente restio, troverà nei suoi due cugini e soprattutto in suo nonno, una nuova famiglia dalla quale apprendere la magia del suo paese d’origine. Tuttavia il giovane farà anche amicizia con Chupa, un dolcissimo Chupacabra cucciolo che ha perso la sua famiglia ed è braccato da un cacciatore senza scrupoli.
Chupa: la Recensione
Leggendo la trama di questo Chupa la prima cosa che potreste pensare è “che incredibile ammasso di clichè visti in altri 100 film“. E avreste ragione. I primi 10 minuti ci presentano il classico ragazzino orfano bullizzato a scuola e il suo incontro col piccolo Chupacabra riporterà su schermo tutti quegli stilemi tipici dei film nei quali appare una creatura magica a contatto con un bambino. Anche il solito cacciatore dal cappello da cowboy che vuole catturare la creatura per scopi non propriamente nobili è il classico villain uguale spiccicato a altri 100 villain come lui in film simili.
Tuttavia, nonostante la trama proceda col pilota automatico e quasi nessuna sorpresa arrivi all’orizzonte, Chupa funziona. E funziona bene. E questo lo si deve a diverse trovate di sceneggiatura che sono riuscite a rinfrescare un concept altrimenti stantio e fin troppo classico. Innanzitutto ambientare l’intera pellicola in Messico, farci vedere gli usi e costumi del Paese e mettere al centro una creatura tipica del folklore locale, è una scelta assolutamente vincente. Nella prima parte del film vediamo infatti Alex farsi guidare dalla sua famiglia all’interno del modo di vivere di quel luogo così lontano dalle sue abitudini e la meraviglia che appare sul suo volto è la stessa che appare sul viso di qualsiasi altro spettatore che non deve subire l’ennesimo film simile ambientato negli Stati Uniti ma può godersi un’ambientazione decisamente fresca.
Inoltre la cultura messicana e in particolare la figura del Luchadores, wrestler mascherati mitizzati in Messico, hanno un ruolo fondamentale nella vicenda. L’abuelo di Alex è infatti un ex lottatore che a causa di un tremendo trauma cranico soffre di perdita della memoria e di una lieve forza di demenza. Tuttavia i suoi nipotini continuano a ricordare i suoi fasti sul ring e trasmettono questo amore anche ad Alex.
La figura del lucha e della cultura messicana in generale sarà fondamentale anche per aiutare il giovane protagonista a superare il tremendo lutto che lo ha colpito e avrà un peso anche sulla trama principale riguardante il Chupacabra. L’Abuelo infatti, sebbene abbia problemi di memoria, è ancora un fiero lottatore, e Quinn, il bracconiere che tenta di mettere le mani sulla misteriosa creatura, lo imparerà a sua spese più e più volte.
Davvero vincente inoltre il design di Chupa, il cucciolo di Chupacabra che dà il titolo al film. Sebbene questa creatura nel corso del tempo abbia assunto diverse forme, Cuaròn decide di creare una chimera a metà tra lupo e aquila. Per chi ha giocato The Last Guardian sarà facile vedere come Trico sia probabilmente l’ispirazione principale di questa creatura.
Questa risulta essere il jolly pescato dal regista. La tenerezza di Chupa, i suoi ululati ancora abbozzati, la sua goffagine nell’imparare a volare. Sono tutti elementi che rendono incredibilmente tenero il nostro animaletto protagonista. Ma non solo. Quando infatti vediamo i suoi genitori, Chupacabra adulti, questi sono terribilmente minacciosi, lupi enormi con immense ali d’aquila. Queste fiere belve riescono ad avere un impatto notevole sullo schermo, grazie anche all’ottima realizzazione tecnica di cui sia loro che Chupa stesso godono nonostante qualche scricchiolio della CGI fin troppo evidente di tanto in tanto.
Ottima anche la regia di Jonas Cuaròn. Per carità, niente di eccezionale. Ma per essere un’opera seconda riesce perfettamente a rendere chiare le scene d’azione, a utilizzare benissimo la creatura sullo schermo e a valorizzare i giovani attori, cosa non sempre facile ma che in questo caso riesce alla perfezione. Il legame che non solo Alex, ma che tutti i bambini hanno con Chupa è il punto più emozionale e potente del film.
In conclusione Chupa è un godibilissimo film per ragazzi. Ben realizzato, con una creatura dal design fresco e ben fatto e una storia solida. La trama è derivativa in modo eccessivo e specie l’incipit è davvero troppo scontato e banale. Tuttavia l’immersione totale nella cultura messicana e un’ottima direzione artistica portano a casa un’opera tenera e divertente che farà innamorare i più piccoli e genuinamente divertire i più grandi.