Da oggi, 23 marzo, trovate al cinema grazie a Wanted Cinema, Vera, nuovo film di Tizza Covi, Rainer Frimmel che vede protagonista Vera Gemma.
La figlia del grande Giuliano Gemma interpreta di sè stessa in un film a metà tra documentario autobiografico e racconto di finzione. Per la sua interpretazione la figlia d’arte ha vinto il premio come Miglior Attrice della sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia riuscendo dunque a conquistare pubblico e critica. Abbiamo dunque colto l’occasione per presentarvi 5 prove attoriali di Vera Gemma che vi faranno conoscere altra sfaccettature della sua abilità recitativa
Di seguito, invece, potete apprezzare il trailer ufficiale del film in uscita:
Vera Gemma: 5 film per conoscerla meglio
Il grande attacco, Umberto Lenzi, 1978
Non possiamo parlare della carriera di Vera Gemma senza citare il primissimo film che l’ha vista apparire sullo schermo. A soli 8 anni infatti recitò accanto al padre Giuliano in Il Grande Attacco, pellicola bellica del 1978 diretta da Umberto Lenzi che poteva vantare un cast di assoluto livello dove spiccano i nomi di Helmut Berger, Samantha Eggar, John Huston, Stacy Keach, Ray Lovelock e addirittura Henry Fonda.
La storia, un profondo dramma d’amicizia, inizia alle Olimpiadi del 1936 dove diversi atleti si incontrano in Germania e trascorrono una serata di festa brindando ad un futuro di pace. Tuttavia qualche anno più tardi si ritroveranno coinvolti su diversi fronti nella Seconda Guerra Mondiale trovandosi inetivabilmente a divenire nemici.
Sebbene ancora molto piccola, Vera Gemma si mostra a suo agio sul set a contatto con alcuni grandissimi attori e, grazie anche alla presenza del padre, riesce a non sfigurare nonostante i soli 8 anni di età.
La sindrome di Stendhal, Dario Argento, 1996
Nel 1996 Vera Gemma inizia il suo sodalizio con Dario Argento col quale lavorerà anni dopo anche a Il Cartaio, sempre accanto alla sua amica Asia Argento. Lavorerà però prima a La sindrome di Stendhal, film che racconta la storia di Anna, un ispettore che segue le tracce di un serial killer. Le indagini la conducono agli Uffizi, dove, di fronte ad alcune opere d’arte, perde i sensi ed inizia ad avere allucinazioni sempre più forti che spesso le impediranno di scindere la realtà dalla finzione.
Sebbene la presenza su schermo sia ridotta, in quest’opera Vera Gemma mostra la sua capacità di incidere sulla pellicola anche rimanendo in scena per poco tempo. Grazie all’ottimo lavoro fatto sulla sua poliziotta interpretata in questo film, attirerà l’attenzione di grandi registi nostrani, come Paolo Virzì e Pupi Avati che la vorranno, in parti piccole ma incisive, nei loro film.
Scarlet Diva, Asia Argento, 2000
Nel 2000 Vera Gemma ottiene un ruolo importante nell’esordio alla regia della sua grande amica Asia Argento. Con questo Scarlet Diva, la figlia del grande Dario racconta a suo modo ciò che è accaduto negli Stati Uniti col produttore Harvey Weinstein che solo molti anni dopo verrà riconosciuto colpevole di svariati crimini sessuali.
La Gemma nel film è chiamata ad una prova complessa e sfaccetta. Interpreta infatti Veronica, una donna totalmente succube del suo amante violento e picchiatore, che la riempie di botte ma dal quale non riesce a distaccarsi, in una sorta di dipendenza malata. Sebbene il film abbia ottenuto critiche contrastanti, il lavoro di Vera Gemma è stato apprezzato anche soprattutto per l’abilità con la quale ha tenuto in piedi un personaggio complesso e sfaccettato.
Giuliano Gemma: un italiano nel mondo, 2013
Dopo una breve esperienza nel 2009 col cortometraggio Blues for Michael, Vera Gemma nel 2013 esordisce dietro la macchina da presa con Giuliano Gemma: un italiano nel mondo, documentario e lettera d’amore scritta a suo padre recentemente scomparso. Nel corso della
pellicola la Gemma tira fuori tutta la sua sensibilità andando a omaggiare la memoria del grande attore che fu il suo genitore attraverso le parole di eccelsi cineasti della storia. Vediamo infatti interviste fatte a giganti del cinema come Clint Eastwood, Ennio Morricone, Lina Wertmüller, Dario Argento e Monica Bellucci.
Approcciare per la prima volta ad un lavoro di regia in un’opera così emotivamente impegnativa anche per la recente scomparsa del padre non è una cosa semplice. Tuttavia la Gemma mette in mostra un sensibilità nella creazione dell’opera e un montaggio che sebbene sia abbastanza standard per opere di questo genere, riesce ad intrattenere chiunque guardi.
Il merito più grande di questo Giuliano Gemma: un italiano nel mondo è però quello di riuscire a far appassionare alle opere del grande Giuliano anche chi non ha mai visto un suo film. Ad ogni frame e ad ogni parola infatti si capisce l’importanza e la grandezza dell’uomo appena scomparso.
Vera, Tizza Covi e Rainer Frimmel, 2022
Chiudiamo, ovviamente, parlando del film che ha consacrato del tutto Vera Gemma. Dopo una vita artistica vissuta come comprimaria e all’ombra della grandezza del padre Giuliano, l’attrice decide di raccontare la sua storia unendo la narrazione della sua vita con una storia fantastica e drammatica. Nel film infatti vengono raccontati i suoi anni trascorsi in una Roma festaiola e oziosa in cui la sua esistenza è dominata da chirurgia plastica e selfie.
La sua vita cambia tuttavia quando ferisce un bambino di otto anni in un incidente stradale. Questo evento la porterà a San Basilio, nella periferia romana dove si illuderà si essere riuscita ad evadera dalla vacuità della sua vita e di essersi allontanata da persone che la avvicinano attirati solo dal nome che porta speranzosi di ricevere qualche tipo di favore. Ma questa è appunto, solo un’illusione.
Tra cappelli da cowboy e abiti firmati Vera Gemma tira fuori la performance della vita e riesce ad incantare tutti tirando fuori un racconto che fuoriuscito dalle profondità della sua anima riesce a toccare i cuori di qualsiasi spettatore. Un’opera, ma soprattutto, una performance, da non perdere.
Andrete a vedere Vera? Fatecelo sapere nei commenti!