Dal 23 Marzo solo al cinema John Wick 4, quarto sontuoso capitolo della saga con Keanu Reeves. La nostra recensione in anteprima (rigorosamente no spoiler).
L’attesa è praticamente finita. Dal 23 Marzo arriva al cinema John Wick 4, quarto e definitivo capitolo della saga firmata Chad Stahelski con Keanu Reeves nella parte di Jardani Jovanovich, meglio noto come John Wick: il più micidiale killer al mondo, in rotta di collisione con il suo stesso universo.
Universo che rappresenta una vera e propria dimensione parallela, nascosta tra le pieghe della cosiddetta società civile, popolata di assassini feroci e criminali senza scrupoli, eppure soggetta a regole ferree: quel codice d’onore definito e difeso dalla Gran Tavola, l’ordine supremo che nessuno, neanche una figura leggendaria come John Wick può pensare di sfidare.
Eppure, non possiamo mai dimenticare che John è anche Baba Jaga. Nella versione italiana l’Uomo Nero, o meglio “quello che mandavi a uccidere il f*****o Uomo Nero”. Secondo la secolare tradizione e la mitologia dei paesi slavi Baba Jaga è una figura femminile, profondamente osura e ambivalente, rappresentata come una vecchia strega dai denti aguzzi.
E se nella Morfologia della fiaba il linguista russo Vladimir Propp distingue almeno tre diverse declinazioni della strega, capaci di spaziare dal cannibalismo di una divoratrice di bambini a una sorta di spirito guida, da approcciare solo dopo un percorso di purificazione dello spirito, in John Wick 4 Keanu Reeves completa la sua trasformazione sovrumana.
Sospeso oltre lo spazio e il tempo e la stessa definizione di Bene e Male, il nostro anti-eroe sfida ormai le regole della gravità e la sua stessa dimensione mortale. E il risultato è un’epopea post-moderna da oltre tre ore di cinema, prodotto della fusione atomica tra Kung Fu e Gangster movie, Noir e Action, Western classico e videogame picchiaduro.
L’assassinio di quel cane, ultimo dono di sua moglie, sarà l’inizio di una lunghissima scia di sangue. Nel secondo capitolo, Santino D’Antonio (Riccardo Scamarcio) torna per reclamare il proprio “pegno” e pretendere che John paghi il proprio debito d’onore. Inizia così una nuova, sanguinosa faida, finita con la “scomunica” di John.
Essere “scomunicato” dalla Gran Tavola non impedirà a John di sopravvivere e scoprire chi sono davvero i suoi “amici”. E se La Giudicatrice in John Wick 3 – Parabellum non è davvero riuscita a liberarsi di lui, con John Wick 4 entra in scena un altro pericoloso rappresentante della Gran Tavola: il Marchese (Bill SkarsgÃ¥rd).
Espressione dell’antica nobiltà e del vertice massimo in quest’ordinamento criminale, il Marchese è determinato ad annientare non solo John, ma la stessa “idea di John Wick”. E per questo, è pronto a distruggere qualunque suo legame, privandolo di tutti i suoi storici alleati.
John Wick 4: Recensione in anteprima
Con John Wick 4Chad Stahelski e Keanu Reeves sfidano ancora limiti e regole, centrando un obiettivo ai limiti dell’impossibile: celebrare l’apoteosi della saga attraverso 169 irrefrenabili minuti, un’opera dalla durata monster che pure risulterà indigesta solo a una minima parte di spettatori e critica.
Per gli innamorati di John Wick, si tratterà invece di un viaggio intenso e perturbante, da godere fino all’ultimo secondo, anzi fino alle scene post-credit, che arrivano dopo ben 9 minuti di titoli di coda.
Forse il risultato non sarà perfetto. Forse molti fan sceglierano di eleggere John Wick 3 – Parabellum come momento più alto della saga. Eppure, sarebbe disonesto non riconoscere al regista Chad Stahelski il coraggio di osare, e osare ancora una volta, piuttosto che percorrere sentieri più agili e già esplorati.
John Wick 4. Keanu Reeves come outlaw post-moderno
Osare per Chad Stahelski significa questa volta mirare al cuore: il Western. Genere popolare per eccellenza e mito di fondazione della cultura e del cinema americani, il Western rappresenta l’idea stessa della violenza come unica possibile forma di rigenerazione della società .
John Wick si trasforma così nella versione 2.0 dell’outlaw, il fuorilegge.
Secondo un perfetto cortocircuito post-moderno, la legge e l’ordine costituito sono rappresentati in realtà da un’organizzazione criminale. E in un panorama permeato di morte e violenza, dove nessuno è davvero innocente, sarà proprio l’anti-eroe a riaffermare una idea di etica, di fedeltà incrollabile agli alleati, come alla memoria del suo Amore.
La prima parte di John Wick 4 ripercorre così luoghi e figure storiche della saga, soffermandosi naturalmente su Winston (Ian McShane), il Re della Bowery (Lawrence Fishburne) e il Continental di New York, location tanto iconica che sappiamo già essere protagonista della serie prequel prossimamente in arrivo su Prime Video.
Si tratta in realtà di una lunga introduzione incruenta, un preludio che possiede la proverbiale calma prima delle tempesta, ma soprattutto l’occasione per il regista di passare ancora in rassegna i suoi personaggi, come accade tipicamente nel Western, da quando John Sturges nel 1960 riadatta e trasforma I sette samurai di Akira Kurisawa ne I magnifici sette.
Ispirazione dichiarata di Chad Stahelski è Sergio Leone, in particolare Il buono, il brutto e il cattivo. Ma se John Wick era è resta la versione post-moderna del vendicatore, sulla scia di una lunga schiera di anti-eroi, da Clint Eastwood a Steve McQueen, la saga che ha dissolto il concetto stesso di eroe e antagonista, finisce per riaffermarlo in un clamoroso terzo atto.
In assoluta assenza di spoiler, possiamo comunque dirvi che il dato assolutamente stupefacente di John Wick 4 è la capacità di tessere un grandioso affresco, pronto a riprendere i piani sequenza e quei grandiosi scontri di massa, perfetto mix tra sparatutto e picchiaduro, per tornare all’origine stessa e l’immagine più aristocratica, arcaica del duello.
Dal Western la memoria arriva così a Barry Lindon di Stanley Kubrick e I duellanti di Ridley Scott, tramutando John Wick 4 in una autentica macchina da guerra, capace di fagocitare l’universo cinema e riscrivere i confini tra film di genere, cinema d’autore e l’estetica, il linguaggio audiovisivo che appartiene all’universo videoludico.
Chiaramente un clash tanto ambizioso non risulta immune da qualche forzatura, e certo necessita una decisa sospensione dell’incredulità , già che ormai John Wick, o meglio Baba Yaga, assume i contorni di un’entità sovrumana, in grado di sopravvivere a qualunque colpo, qualunque caduta, rialzandosi al massimo con una leggera zoppia.
Ma in fondo, poco importa che amiate John Wick come sussidiario illlustrato del cinema d’azione o per il puro piacere della visione.
Questo sontuoso quarto capitolo resta comunque pane per i vostri denti, lasciandoci con la curiosità e la fame di nuove avventure, di scoprire quali nuove sorprese e nuove forme sono destinate a questa saga, che si riconferma tra le più belle, efficaci e trasversali nel panorama della cinematografia contemporanea.
John Wick 4: Il cast
Keanu Reeves: Jardani Jovanovich / Jonathan “John” Wick