Il finale di stagione di The Last of Us risponde finalmente a una domanda che tutti si pongono da dieci anni: perché Ellie è immune?
Ellie è speciale, nella storia di The Last of Us, per un motivo: è immune al Cordyceps, ossia al fungo contagioso che infetta le persone e le trasforma in mostri aggressivi e disumani. Tutta la trama della prima stagione della serie (e del primo gioco) gira attorno a questo: la sua immunità la rende l’unica speranza per l’umanità.
Se, infatti, una equipe di ricerca scientifica con i mezzi adatti potesse analizzare la sua condizione, ci sarebbe forse modo di scoprire come replicarla sì da ricavare un vaccino contro il Cordyceps e mettere finalmente fine, dopo vent’anni, all’epidemia. Questo lo scopo finale del viaggio di Joel ed Ellie, che inizia a Boston e termina a Salt Lake City.
Come finisce lo abbiamo già visto nel finale di stagione, ma torniamo all’inizio. Anzi, a prima dell’inizio: alla nascita di Ellie. Un momento assente nel videogioco e qui aggiunto da Craig Mazin e Neil Druckmann per allargare significativamente la lore della storia. E non è tutto, perché ci viene svelato nientemeno che il motivo per cui Ellie è immune.
Dipende tutto dalla madre di Ellie, incinta e in fuga dagli infetti. Poco prima di partorire la bambina, in una casa abbandonata, viene morsa. Riesce a salvarsi ma ormai l’infezione si sta propagando in lei. Appena Ellie nasce la madre fa in modo di tagliare subito il cordone ombelicale, ma è troppo tardi: il Cordyceps è arrivato anche alla nascitura.
Quando sopraggiunge Marlene, la futura leader delle Lucciole, la madre di Ellie implora di ucciderla (prima di trasformarsi in una infetta) e le dice una menzogna, assicurandole che Ellie è nata prima del morso e non dopo, in modo da salvare la vita alla neonata. Marlene le crede, e promette di prendersi cura di Ellie ad ogni costo.
Spotiamoci quattordici anni in avanti. Joel ed Ellie arrivano a Salt Lake City e la ragazzina viene finalmente esaminata: i dottori concludono che il Cordyceps è cresciuto in lei fin dalla nascita ma, per qualche motivo, non l’ha mai infettata. Così, dopo essere stata morsa con Riley, Ellie si è salvata perché il fungo estraneo l’ha riconosciuta come sua pari, cioè come un’altra infetta.
Gli infetti non si possono contagiare tra loro, e abbiamo visto anzi che sono tutti in qualche modo collegati come un’unica grande famiglia. Ellie viene quindi percepita dal fungo come “parte” di questa famiglia, anche se non a tutti gli effetti perché conserva la sua umanità e la sua autonomia decisionale (per non dire del suo carattere).
Un aspetto interessante da considerare sta nel fatto che la condizione di Ellie è unica perché si è verificata per pura coincidenza: non sappiamo quanto il morso durante la nascita sia giunto al momento giusto e se sarebbe potuta andare diversamente con un secondo di anticipo e di ritardo.
In altre parole: non è detto che questa condizione sia replicabile, e non è detto quindi che, operando Ellie, i chirurghi sarebbero stati in grado di trovare il tanto sospirato vaccino. La sua morte poteva quindi essere del tutto inutile? Non lo sappiamo, ma di certo questa nuova prospettiva ci porta a tante ulteriori domande.
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