Miley Cyrus – Endless Summer Vacation | RECENSIONE

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Con il nuovo disco Miley Cyrus abbandona il rock per tornare a un pop però più maturo, eclettico e ambizioso. Ecco la nostra recensione del suo nuovo album, Endless Summer Vacation

La prima cosa da dire del nuovo album di Miley Cyrus è che la cantante sembra aver definitivamente abbandonato la sua fase rock, adottata per l’album Plastic Hearts (2020) e per i periodi delle quarantene. Ora Miley, che ha ormai trent’anni, pare anche essersi stufata di mettersi in mostra su IG e sembra pronta ad una parte della sua carriera più “matura”.

Il suo nuovo disco lo dimostra, con produzioni come sempre raffinate ma dai suoni leggermente più riflessivi, meno euforici e meno accattivanti rispetto ai suoi ultimi lavori. Il pop di questo nuovo album, Endless Summer Vacation, è delicato, a tratti dirompente ma sempre in una maniera elegante, e destinato evidentemente ad un pubblico non adolescente.

Se in canzoni come You e Wonder Woman sembra di risentire la Christina Aguilera di Stripped, a colpire veramente sono Handstand, brano sperimentale in cui si sente l’influenza di Tame Impala (ormai ripreso un po’ da tutti, dai Gorillaz a Kali Uchis e Lil Yachty) e River, che sembra una canzone della Lady Gaga di The Fame.

Molto valida anche la friccheggiante Rose Colored Lenses e pregevole il duetto con la semi-cancellata Sia Furler in Muddy Feet. Potenzialmente interessante ma un po’ sviluppata a metà Island, un tentativo di La Isla Bonita alla Camila Cabello che suona però più come un divertissement che altro.

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Un album in linea di massima in cui Miley sembra finalmente cercare una sua adultività musicale, dimentica (per ora, almeno) dei tempi di Wrecking Ball e di Bangerz, e più decisa a venir presa sul serio come autrice. Certamente non ci sono ormai dubbi sulle sue qualità vocali, qui espresse ai massimi livelli.

Detto questo, Endless Summer Vacation suona però come un disco che si ferma troppo presto e non si spinge tanto in là quanto potrebbe. L’eclettismo dello stile e la validità di almeno metà della tracklist sono elementi che un po’ si perdono in un insieme dispersivo e poco coerente anche a livello di concept (la divisione AM / PM da lei annunciata è tutt’altro che evidente).

In definitiva, un passaggio interessante nella carriera della cantante e che forse in futuro sarà considerato importante nella sua evoluzione stilistica o forse persino come inizio di una nuova era nella sua discografia. Per ora ci limitiamo a definirlo un buon disco pop di una artista che ha saputo farsi strada fin qui e sopravvivere a diverse epoche: di sicuro, si può dire che Miley è viva.

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