I Don’t Like Mondays: la sconvolgente verità dietro la canzone dei Boomtown Rats [VIDEO]
Nel 1979 viene rilasciata "I don't like Mondays": canzone dei Boomtown Rats che arrivò in poco tempo in cima alle classifiche del Regno Unito e degli Stati Uniti. In pochi, però, conoscono lo sconvolgente caso true crime che si cela dietro la canzone.
I Boomtown Rats: un breve riassunto della loro carriera e la connessione con Brenda Spencer
Nella Dublino del 1975, negli stessi anni del progressive rock e dei Pink Floyd, un giovanissimo Bob Geldof, cantautore e compositore musicale, fonda i Boomtown Rats. La band irlandese diventerà celebre tra gli anni 1977 e 1985, raggiungendo il picco del proprio successo nel 1979 con il proprio brano più celebre: I Don’t Like Mondays.
La formazione originale della band comprende Bob Geldof alla voce, Gerry Cott alla chitarra di accompagnamento, Simon Crowe alla batteria, Johnnie Fingers alla tastiera, Garry Roberts alla chitarra principale, e Pete Briquette al basso.
La band arrivò al capolinea nel 1986, dopo il Live Aid, quando Simon Crowe e Johnnie Fingers decisero di formare una band indipendente.
Tra i loro singoli più famosi, si trovano Like Clockwork, Rat Trap, Banana Republic, e, ovviamente, I don’t like Mondays. Quest’ultima fu la canzone che suscitò più scalpore, e che congiunse la band alla storia di Brenda Spencer.
Brenda Spencer: un passato tormentato e un doloroso destino
Brenda Spencer nasce nel 1962 a San Diego, in California. Il padre Wallace Spencer è la sua unica figura genitoriale di riferimento. Una di quelle che, forse, sarebbe meglio non avere. La madre non viene quasi mai citata dalla ragazzina, e si riferirà spesso a lei come “semplicemente, non era lì”.
Wallace Spencer era un appassionato collezionista di armi da fuoco. Passione che non porta di certo a esiti positivi se congiunta a quella di alcol.
Di fonti sull’infanzia e adolescenza ce ne sono tante, diverse, e discordanti. Ma una cosa è certa: gli abusi del padre su Brenda Spencer erano ripetuti e costanti. Vi risparmieremo dettagli troppo precisi su quelli che sono stati gli anni di sviluppo di Brenda. Sia per rispetto dei più sensibili, sia perché di podcast True Crime in merito ce ne sono a centinaia.
La mancanza di amore genitoriale, e di amore in generale, si tende a compensare. E se di nella camera a fianco hai sempre avuto esempi negativi, e ti devi gestire da sola, purtroppo rischi di compensare nella maniera meno salutare.
Fu questo il caso di Brenda Spencer: la giovane ragazza comincia a trovare conforto in droga e altro. Il tutto mentre il padre condivide pericolosamente con lei la propria passione per le armi, e mentre i bambini giocano sereni e spensierati nel cortile della Cleveland Elementary School, sul quale affaccia la finestra di Brenda.
I don’t like Mondays: una breve analisi del testo
La canzone dei Boomtown Rats venne pubblicata nel 1979. Raggiunse in poco tempo la cima delle classifiche del Regno Unito prima e degli Stati Uniti dopo, dove venne rilasciata solo tre mesi più tardi.
Una canzone apparentemente allegra, spensierata. Una intro di pianoforte accattivante, quasi a ricordare la colonna sonora iniziale di un musical o di un capolavoro cinematografico.
Un’armonia confortevole che quindi non permette di comprendere dall’inizio lo spessore del testo. Spessore che, una volta ricollegato ai titoli delle prime pagine delle testate principali, suscita sgomento e polemiche negli ascoltatori.
I don’t like mondays: testo tradotto
Il chip dentro la sua testa/ è andato in sovraccarico/e nessuno andrà a scuola oggi/lei li farà rimanere a casa. /E papà non riesce a capire/ha sempre detto che era una ragazza d’oro/E non vede ragioni/perché non ci sono ragioni/Che ragioni hai bisogno di dimostrare/Dimmi perché?/Non mi piacciono i Lunedì/Voglio sparare/Tutto il santo giorno. […]
Quella terribile sparatoria del 1979
E’ il 29 Gennaio 1979. Davanti alla Cleveland Elementary School cominciano a disporsi in fila i bambini, nell’attesa che il preside apra le porte al suono della campanella, e potersi finalmente riparare dal freddo.
Brenda osserva quei cappotti colorati. Alcuni fermi, altri che si muovono, seguendo i bambini nei loro giochi e nei vari tentativi di distrarsi nell’attesa di entrare a scuola.
Brenda Spencer sta alla finestra, forse già sotto gli effetti di sostanze, forse semplicemente in contemplazione di così tanta felicità di cui lei non ha mai potuto godere.
Brenda prende quindi una delle armi del padre. La sporge fuori dalla finestra.
E comincia a sparare.
Cominciano così venti minuti di inferno. Venti minuti che vedranno il susseguirsi di confusione, stupore, e panico.
Alla fine della sparatoria avranno perso la vita Burton Wragg, il preside della scuola, e il custode Michael Suchar, che sacrificherà la propria vita per poter salvare quella degli altri pargoli.
Solo la disperazione potrà accompagnare i genitori, quando riceveranno la terribile notizia.
Non si saprà mai il motivo di tale gesto. Quanto interrogata dagli investigatori sul motivo di questo atto crudele, Brenda si limiterà a rispondere: “Non mi piacciono i Lunedì. Tutto questo ha ravvivato la giornata“.
Brenda Spencer: gli ultimi aggiornamenti
Considerata capace di intendere e di volere, nonostante riconosciuta l’influenza che il padre ha potuto avere sulla salute mentale della ragazza, Brenda è stata condannata all’ergastolo.
Lo scorso autunno del 2022 si doveva tenere l’udienza per la libertà vigilata, che però è stata rimandata (per la seconda volta) ad Aprile 2023.
I legali sia della Procura sia di Brenda Spencer, temono infatti che la donna, ormai poco più che sessantenne, possa non ricevere adeguato supporto per re-inserirsi nella società una volta fuori di prigione, e quindi finire nuovamente in giri di furto, droga o prostituzione.
Attenderemo Aprile 2023 per sapere cosa accadrà. Nel mentre, per altri approfondimenti e per rimanere aggiornati continuate a seguirci su La Scimmia Sente!