Stefano Belisari, in arte Elio, leader della celeberrima band rock demenziale di Elio e le storie tese è sicuramente uno dei più profondi intenditori musicali del nostro Paese. Intervistato da L’Avvenire, l’ex giudice di X Factor, ha raccontato di quando, al conservatorio, odiava la musica classica.
Mi sono diplomato in flauto al Conservatorio di Milano nel 1980, ma avevo sempre odiato l’opera. Quando si è giovani si fanno un sacco di errori, il motivo era che nessuno mi aveva spiegato l’opera come andrebbe fatto. Mi era stata presentata come una cosa noiosissima dove stare zitti e muti, e io da rockettaro volevo muovermi
Tuttavia la sua visione del mondo è cambiata radicalmente dopo aver conosciuto Azio Corghi, compositore recentemente scomparso.
Corghi era curiosissimo e la sua Isabella è stata accolta bene subito – ricorda Elio. Un po’ mi mancava il classico. Da quell’esperienza non mi sono fermato più
Da quel momento Elio è divenuto divulgatore della musica classica.
Mi è stato chiesto di diventare l’ambasciatore presso il pubblico di non appassionati. Da quell’esperienza con Mazzola è nata la mia idea di aiutare i giovani a non ripetere l’errore fatto con me. Se io che ho fatto studi classici odiavo l’opera, immaginiamoci uno che non ha fatto mai una scuola musicale e ascolta solo la radio. Dal quel giorno è nata la mia idea di presentare questi compositori classici, ma anche contemporanei che hanno scritto capolavori, in modo tale da poter essere almeno valutati da uno spettatori medio
Andando avanti con l’intervista il cantante ha tuttavia puntato il dito contro il Festival di Sanremo.
De si guarda il Festival di Sanremo, e si ascolta questo nuovo repertorio, la mia impressione è che dal punto di vista della qualità stiamo andando sempre più in basso. Tutto il movimento nato dopo il ’68, ovvero il progressive, il rock, il beat, hanno generato una quantità di musica che era molto alta. Cosa che non si può dire di quello che sta arrivando adesso. Per chi vuole ascoltare qualcosa di bello, l’opera lirica e classica è un serbatoio inesauribile e che non viene preso in considerazione. Gli stranieri che vengono qui per ascoltare l’opera non sanno che non c’è un popolo meno interessato all’opera del popolo italiano
Cerco l’aspetto ironico e Rossini è il numero uno: una cosa che a me fa ridere è che poi la gente scopre che ha ascoltato una quantità di arie d’opera senza saperlo, guardando film o pubblicità. E poi racconto sempre l’età di questi uomini: Rossini ha scritto Il barbiere di Siviglia a 24 anni e quando lo dico si meravigliano. E aggiungo: Rossini lo si canta ancora dopo 200 anni, chiudete gli occhi e immaginate di essere qui fra 200 anni ad ascoltare la musica di Sfera Ebbasta… Il messaggio è che la qualità non è paragonabile
Che ne pensate?
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