Pierfrancesco Favino critica i produttori italiani

Al Festival del Cinema di Berlino, Pierfrancesco Favino si è scagliato contro i produttori italiani

favino, gucci
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Nella giornata di ieri al Festival del cinema di Berlino si è svolta la conferenza stampa di L’ultima notte di Amore, nuovo film di Andrea di Stefano che vede protagonista Pierfrancesco Favino. L’attore, imbeccato da un regista che gli chiedeva le condizioni del cinema italiano, ha criticato aspramente il modo di fare dei produttori italiani.

È complicato riuscire andare oltre le barriere del proprio cinema, soprattutto quando alcuni ruoli da italiano vengono molto spesso interpretati da attori americani – ha detto Pierfrancesco Favino. È difficile che gli attori italiani riescano ad uscire, se l’intera famiglia Gucci parla in un inglese del New Jersey. E su questo hanno la responsabilità i nostri produttori. Perché se i nostri produttori non accettano questa cosa noi non avremo mai modo di uscire.

Il riferimento di Pierfrancesco Favino è ovviamente a House of Gucci, ultimo film di Ridley Scott che vede attori del calibro di Lady Gaga, Adam Driver ed Al Pacino interpretare i membri della celebre famiglia della moda italiana. Il film ha ricevuto fin da subito moltissime critiche, specie dagli eredi di Aldo Gucci che poco prima dell’arrivo al cinema della pellicola avevano mostrato la loro indigazione per quanto visto sullo schermo con una lettera riportata all’epoca da Ansa.

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La famiglia Gucci prende atto dell’uscita del film House of Gucci ed è sconcertata. Questo perché, nonostante l’opera affermi di voler raccontare la vera storia della famiglia, i timori sollevati dai trailer e dalle interviste rilasciate finora sono confermati. La narrazione è tutt’altro che accurata. La produzione non si è preoccupata di consultare gli eredi prima di descrivere Aldo Gucci – presidente dell’azienda per 30 anni. E i membri della famiglia sono descritti come teppisti, ignoranti e insensibili al mondo che li circonda.

[…] Inoltre, nel corso dei suoi 70 anni di storia durante i quali è stata un’azienda familiare, Gucci è stata un’azienda inclusiva. Infatti, proprio negli anni ’80 – il contesto storico in cui è ambientato il film – le donne ricoprivano diverse posizioni di vertice. Che fossero membri della famiglia o estranee ad essa, queste includevano il presidente di Gucci America, il capo del Global PR & Communication, e un membro del consiglio di amministrazione di Gucci America. Gucci è una famiglia che vive onorando il lavoro dei suoi antenati. La cui memoria non merita di essere disturbata per mettere in scena un film che non è vero e che non rende giustizia ai suoi protagonisti. I membri della famiglia Gucci si riservano ogni diritto di proteggere il nome, l’immagine e la dignità dei loro cari

Che ne pensate di queste parole di Pierfrancesco Favino?

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