Sean Penn sostiene che il suo film è di parte, perché questa “non è una guerra ambigua”
Forse in molti di voi se ne sono dimenticati, ma un anno fa circa Sean Penn si trovava esattamente in Ucraina proprio quando, il 24 febbraio 2022, le forze russe hanno attraversato il confine e hanno invaso il paese. E non si trovava lì per caso: stava preparando il suo film documentario, Superpower, proprio sulla instabile situazione dei rapporti tra Ucraina e Russia.
Sembra che, impossibilitato a lasciare l’Ucraina con altri mezzi, Penn se la sia dovuta fare a piedi fino in Polonia. L’attore e regista si è trovato proprio nel mezzo dello scoppio del conflitto, un confitto del resto protratto fin dall’annessione russa della Crimea nel 2014 e che del resto ha alle spalle come sappiamo una storia secolare di dissapori e contese territoriali tra i due paesi.
Durante la presentazione del suo film fuori concorso alla Berlinale, l’attore ha espresso punti di vista e ragioni dietro alla sua opera: “Questo non è un film non di parte, perché questa non è una guerra ambigua. Non farei mai un film anche su Vladimir Putin, non ho alcun interesse a parlargli; Putin ha già parlato abbastanza ed è un criminale di guerra“.
Penn ha anche detto che per lui è stato “Molto importante mostrare la verità dell’assoluta unità dell’Ucraina nel perseguire tutto ciò senza il quale la vita non ha senso di essere vissuta”. Secondo lui il paese va aiutato militarmente, con “armi di precisione a lungo raggio” e con un “hardware” adatto alla difesa.
Parlando di Volodymyr Zelensky, Penn sostiene che un “Piccolo e inquietante bullo [Putin] minaccia lui e il suo Paese”, ma sostiene che Zelensky non è una persona che si fa intimidire. Ne tesse le lodi, sostenendo che il presidente ucraino dimostra “grande cuore e coraggio”, cosa di cui sostiene essere stato testimone nei primi giorni di guerra.
Sulla sua esperienza in Ucraina, Penn asserisce di aver conosciuto molte persone del popolo e che “Nessuno di loro ha una preferenza nell’esprimersi con armi violente, ma non gli è stata data una scelta: fanno quello che devono fare, perché semplicemente amano e il loro Paese e si amano a vicenda”.
Fonte: Ansa
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