Bruce Willis: cos’è la demenza frontotemporale, la malattia che affligge l’attore

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Ecco di che cosa soffre Bruce Willis: l’attore si trova purtroppo in condizione di peggioramento

La forma di afasia che affligge Bruce Willis e che nel 2022 ha comportato il ritiro dalle scene dell’attore è degenerata in una demenza frontotemporale. Si tratta di una forma di demenza chiamata anche clinicamente FTD: una malattia degenerativa del cervello che si caratterizza per il deterioramento dei lobi frontali e temporali.

Tra i sintomi comuni ci sono gli sbalzi d’umore, apatia e grande difficoltà nel prendere decisioni; a questi si accompagnano altri sintomi già esposti per quanto riguarda la vicenda dell’attore, comprese limitazioni e difficoltà nel parlare, nello scrivere e nella comprensione del linguaggio.

La demenza frontotemporale viene diagnosticata confrontando comportamenti e azioni dell’individuo con le dovute risonanze magnetiche al cervello e con la storia della famiglia nel caso qualche parente, genitore o nonno possa aver sofferto di qualcosa di simile: si stima infatti che nel 30% dei casi la FTD possa essere ereditaria.

 

 
 
 
 
 
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La FTD non è da confondere con il morbo di Alzheimer in quanto, a differenza di questa ben più nota forma di demenza, si manifesta anche prima dei 60 anni e già dopo i 40. Inoltre la FTD interessa più la sfera cognitiva e comportamentale nella vita del malato, mentre l’Alzheimer incide più che altro sulla memoria e sull’orientamento.

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Purtroppo non esistono cure, solo trattamenti che possono essere portati avanti per rendere la vita di chi soffre di questa condizione più “normale” possibile e più a lungo possibile. Farmaci quali antidepressivi e antipsicotici possono essere impiegati per rallentare il decorso del morbo ma ora come ora un progressivo peggioramento è inevitabile.

Su IG la famiglia di Bruce Willis ha scritto: “Sfortunatamente, le sfide per quanto riguarda la comunicazione sono solo uno dei sintomi della malattia che Bruce sta affrontando. Per quanto [però] questo sia doloroso, è un sollievo poter avere finalmente una diagnosi chiara“. La famiglia e tutti gli amici e i fan di Bruce spingono perché la ricerca possa al più presto intervenire per farlo stare meglio.

Fonte: Il Messaggero

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