Secret Window è un film di David Koepp, tratto dal racconto di Stephen KingFinestra segreta, giardino segreto che si trova nella raccolta Quattro dopo mezzanotte.
La storia parla di Mort Rainey (interpretato da un magistrale Johnny Depp), uno scrittore di successo, che dopo aver scoperto il tradimento della moglie, affronta il divorzio in una baita sperduta dove prima passavano insieme le vacanze. Mort passa le sue giornate tra il divano e lo studio, dove cerca di superare il blocco dello scrittore che lo affligge ormai da tempo. Ma un giorno questa routine viene spezzata dall’arrivo di John Shooter (interpretato dal sempre ottimo John Turturro), che bussa alla porta del protagonista e lo accusa di aver copiato il suo racconto.
Dopo un battibecco tra i due, dove Mort respinge l’accusa di plagio, il misterioso straniero si allontana ma lascia il manoscritto con il suo racconto sul portico. Leggendolo il protagonista si rende conto che effettivamente i due racconti sono molto simili, fatta eccezione per il finale.
L’uomo misterioso, originario del Mississippi, è disposto a tutto per rivendicare il suo racconto e comincia a minacciare Mort uccidendo il suo cane e dandogli un ordine ben preciso: vuole che cambi il finale del racconto da lui scritto e che lo pubblichi sotto il nome di John Shooter, altrimenti coinvolgerà la sua ex moglie Amy.
Mort deve dimostrare che quel racconto è stato scritto da lui prima di Shooter, in modo da potersi liberare di lui e far cessare tutte le intimidazioni. L’unico modo per farlo è recuperare la rivista su cui è pubblicato il racconto. Ma nel frattempo la situazione degenera, Shooter uccide due uomini che Mort aveva coinvolto per farsi aiutare e la casa di Derry, dove viveva con Amy, viene incendiata.
La spiegazione del finale
Dopo aver ritirato la rivista dove era stato pubblicato il suo racconto per la prima volta, unica prova per liberarsi di Shooter, Mort torna a casa ma scopre che le pagine dove avrebbe dovuto esserci il racconto, sono state strappate via. Lo scrittore trova il cappello del suo dirimpettaio, lo indossa e comincia a parlare con sè stesso di ciò che gli sta accadendo, rendendosi conto che non esiste alcun John Shooter, che è lui l’artefice di tutti gli omicidi visti nel film e della casa incendiata.
Mort, infatti, soffre di un disturbo dissociativo della personalità e John Shooter non è altro che la sua parte più oscura,capace di commettere atrocità che lui non avrebbe mai commesso. Una volta divenuto consapevole di questo, la sua parte mansueta muore, lasciando in vita quella malvagia e violenta.
Proprio in quel momento arriva Amy che trova la casa a soqquadro e tappezzata con il nome di Shooter ripetuto decine di volte sulle pareti. Tuttavia una di queste parole reiterate è diversa: c’è scritto infatti Shoot Her (Sparale). La donna si ritrova davanti a Mort, che indossando il cappello di Shooter comincia a parlare con l’accento e ad assumere movenze del suo alter ego. L’uomo aggredisce l’ex moglie e dopo una violenta colluttazione, uccide sia lei che Ted, il compagno di Amy, sopraggiunto nel frattempo.
L’ultima scena del film ritrae Mort ormai in pace con sè stesso che superato il blocco dello scrittore, si dedica alla sua opera. Lo sceriffo si presenta a casa sua e afferma di sapere i crimini che l’uomo ha commesso e gli dice che una volta trovate tutte le prove, lo arresteranno. Lo scrittore rimane impassibile alle accuse del poliziotto e dichiara “la cosa più importante della storia è il finale, e questo funziona a meraviglia, anzi è perfetto!”. Dopodichè l’inquadratura si sposta sulla finestra che affaccia sul giardino, mostrando una coltivazione di mais, che Mort consuma in grandi quantità, utilizzata per nascondere i corpi della moglie e del suo compagno.
Quindi comprendiamo che alla fine le due personalità di Mort, si sono fuse tra di loro, dandogli un’apparente stabilità e facendogli prendere coscienza del suo lato più oscuro per così poi convivere con questo. Il protagonista ha creato la figura di John Shooter per difendersi, la sua mente era troppo fragile e così questa figura così forte e violenta si è fatta “giustizia”, venendo fuori senza alcun controllo.
Le differenze con il racconto di Stephen King
Sebben David Koepp sia stato bravo a trasporre il racconto di Stephen King, grazie anche alla grande interpretazione di Johnny Depp, Secret Window non delinea tutti gli aspetti della storia scritta da Re dell’Horror originario del Maine. Quello dell’autore è infatti un racconto molto più introspettivo, quasi claustrofobico e le motivazioni che spingonoo Mort a “perdere la testa” sono molto più recondite rispetto alla trasposizione cinematografica.
Mentre nel film sembra che la maggior parte della follia dello scrittore sia dovuta al tradimento della moglie, nel racconto Finestra segreta, giardino segreto, questa è solo la goccia che fa traboccare il vaso. Infatti la motivazione che spinge Mort verso il baratro ha origine da un episodio accaduto in giovane età, quando frequentava un corso di scrittura creativa dove era uno degli allievi più affermati. Ma c’era qualcuno che lo superava in tutto, John Kintner.
Dopo qualche anno Mort comincia a spedire alcuni suoi racconti ad una rivista, ma questi vengono sempre respinti, così decide di mandare un vecchio racconto del suo collega John Kintner, che aveva conservato nel tempo, firmandolo con il suo nome. Quando il racconto viene accettato, per Mort inizia una dura lotta contro il senso di colpa e la tremenda paura di essere scoperto, tanto che progetta il suicidio nel caso questa storia fosse saltata fuori.
Il tempo passa e nessuno lo accusa di plagio, così nasconde questo evento negli abissi della sua mente e lo sotterra per sempre. Un giorno però, quando ormai è uno scrittore affermato, viene fuori che uno dei suoi lavori, pronto a diventare una trasposizione cinematografica, somiglia molto ad una sceneggiatura già esistente e così Mort rivive l’incubo già vissuto in precedenza, solo che questa volta lui è innocente. Sebbene il fatto non abbia portato a conseguenze, gli causa una sorta di esaurimento nervoso.
Ed infine, ciliegina sulla torta, il nostro protagonista apre la porta della stanza di un motel e trova la moglie a letto con un altro uomo. Questa immagine, gli rimane stampata nella testa e dà inizio al suo tracollo. In ultimo, il finale del racconto è completamente differente da quello proposto da Koepp.
Qui Mort non uccide Amy e il suo coniuge, ma aggredisce la donna che viene salvata da Evans, un agente che si occupava del caso della loro casa incendiata. Evans fredda Mort con un colpo di pistola, uccidendolo. Non molto tempo dopo Amy racconta all’agente assicurativo di aver trovato un biglietto scritto da Shooter e crede che l’uomo possa essere realmente esistito, magari addirittura sotto forma di fantasma.