Siamo sinceri se vi diciamo che Avalanche Software è riuscita a fare un piccolo miracolo con Hogwarts Legacy: lo studio è riuscito nella difficilissima impresa di scrivere, una riga di codice dopo l’altra, un’emozionante lettera d’amore a tutti i fan di Harry Potter costruendo un mondo di gioco che, naturalmente, deve tantissimo all’universo ideato dalla penna di J.K. Rowling ma che, al contempo, brilla di luce propria e immerge con successo il giocatore come nessun altro videogioco dedicato al maghetto con la cicatrice era mai riuscito a fare.
Hogwarts Legacy arriva il 10 febbraio su Playstation 5, Xbox Series X e PC mentre per le versioni di old-gen bisognerà aspettare ancora un paio di mesi (4 aprile 2023) e infine, su Nintendo Switch, il gioco è previsto per il 25 luglio.
Il fascino della magia antica
Avviata la partita e creato il nostro personaggio attraverso un pratico editor, veniamo subito catapultati in partita. Non vogliamo in alcun modo spoilerarvi nulla della storia di Hogwarts Legacy, proprio per questo cercheremo di essere il più generici possibili. Il protagonista, per circostanze misteriose, seguirà le lezioni di Hogwarts a partire dal quinto anno: un ragazzo prodigio sembrerebbe, capace di usare la bacchetta come il miglior Albus Silente, senza però aver mai messo piede nella scuola prima di oggi. Il perché è presto detto: il nostro alter ego virtuale sembra essere in grado di controllare, come pochissimi altri prima di lui, una sconosciuta magia antica che sarà la tematica principale attorno alla quale ruoterà il racconto principale. Nel prologo, faremo anche la conoscenza del simpatico professor Figg, la figura che ci farà da mentore per tutto l’arco narrativo principale.
Non mancheranno momenti che omaggiano la principale saga letteraria della Rowling (che per alcuni ha reso un mondo migliore grazie alla sua opera), ad esempio la prima lezione di erbologia in cui faremo la conoscenza delle mandragole oppure il primo incontro con la bottega di Olivander: anche qui, prima di trovare la bacchetta giusta, metteremo interamente a soqquadro tutti gli scaffali ordinati con cura dal proprietario del negozio. In generale, la scrittura scorre via che è un piacere e richiama diverse tematiche ben note tra cui quella del prescelto, un po’ come Harry Potter, del viaggio alla scoperta di un mondo incantevole mai visto prima, con quel pizzico di indagine all’interno del castello delle meraviglie insieme ad alcuni compagni di scuola che abbiamo conosciuto tra una lezione e un’altra e che decideranno di tuffarsi insieme a noi in questa nuova incredibile avventura.
È logico che, essendo dinanzi a un gigantesco open-world da giocare, non si riuscirà ad approfondire bene, dal punto di vista narrativo, ogni personaggio che andremo ad incontrare. Inoltre, il villain del gioco è risultato un po’ deboluccio e non carismatico tanto quanto Colui Che Non Deve Essere Nominato. Tuttavia, parliamo comunque di un ottimo lavoro di scrittura da parte di Avalanche, capace di incuriosire e avvolgere nel mistero i dodici mesi scolastici virtuali che grazie al lavoro della software house, risultano più vivi che mai.
Che meraviglia volare con la scopa e sorvolare le guglie del castello, tuffarsi in picchiata verso il campo da Quidditch, sfiorare la superficie del lago cristallino vicino Hogwarts e dirigersi poi verso Hogsmeade per una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa. Ecco, il sogno di noi amanti di Harry Potter è finalmente realtà, e ogni angolo di questo immenso open world – che eredita dal genere di appartenenza comunque una mappa piena zeppa di incarichi e missioni secondarie forse eccessive – sprizza amore da ogni singolo pixel. Perdersi per la foresta proibita pronti per affrontare maghi oscuri e famelici ragni; scovare una grotta poco illuminata ed esplorarne ogni anfratto, ritornare poi alla sala comune dopo aver salutato Pix e Nick Quasi Senza Testa: Hogwarts Legacy è tutto questo e molto altro ancora.
Il mondo di gioco è vivo, è incantevole da vedere – anche e soprattutto con il passare delle stagioni – e mentre il giallo autunnale colora ogni albero delle infinite foreste che sorgono intorno a noi, è giunto il momento di andare a lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Riguardo le lezioni, esse saranno estremamente brevi e ci permetteranno di apprendere un utilissimo incanto da utilizzare in game: per imparare un nuovo incantesimo sarà sufficiente superare un basilare minigioco e, una volta appreso l’Expelliarmus di turno, testare la magia contro uno sfortunato manichino. Ci saranno diversi incantesimi da conoscere e masterizzare, alcuni dei quali verranno appunto appresi in classe, altri invece in lezioni private (abbiamo pur sempre cinque anni da recuperare) previa risoluzione di alcuni mini incarichi che abbiamo apprezzato il giusto: rompi quei palloncini, prova quelle pozioni e solo dopo potrai sbloccare il nuovo incantesimo. In questo caso si rompe un po’ la formula di pratica funzionale all’apprendimento, spesso perché questi incarichi sono interamente slegati dall’incantesimo in sé.
Gli interni di Hogwarts sono estremamente curati – fatevi un giro nel bagno dei prefetti e rimarrete senza parole – anche se forse alcuni compagni di scuola risultano ancora (dopo i vari gameplay trailer già mostrati) un po’ con lo sguardo perso, imbambolati come immersi nei propri pensieri. Vorremmo raccontarvi tanto altro ancora del nostro trascorso in Hogwarts Legacy, ma preferiamo, visto l’incredibile senso di scoperta che permea l’opera, limitarci a dire che non basteranno ottanta ore per esplorare ogni angolo di questo incredibile open world.
Mettiamo subito le mani avanti: il combat system di Hogwarts Legacy è davvero efficace e divertente una volta padroneggiato. Con la pressione del tasto R2 su Playstation e superata la resistenza del grilletto adattivo, scaglieremo uno schiantesimo che manderà in pochi istanti al tappeto il nemico. Tenendo premuto R2 e uno tra triangolo, quadrato, cerchio e X, sceglieremo un’altra magia tra il set di incantesimi da noi scelto per concatenare tra loro diverse magie e dare vita a una vera e propria festa di magia. Ad esempio, tra le combo più soddisfacenti troviamo la seguente: Accio per attirare a noi il nemico, tre scariche con R2, wingardium leviosa per sollevarlo in aria, continuare a schiantarlo e accumulando una combo dopo l’altra, sbloccheremo anche l’attacco speciale “Magia Antica” che uccide in un solo colpo il povero malcapitato. Ogni incantesimo – alcuni più funzionali sul corto raggio altri invece più efficaci sulla lunga distanza – avrà un colore diverso e per rompere lo scudo avversario, anch’esso di un colore specifico, bisognerà colpirlo con un incantesimo corrispondente.
Infine, quando apparirà un’icona sopra la nostra testa, potremo bloccare il “proiettile magico” dell’avversario e rispondere con un devastante contrattacco che stordirà il mob. Come in ogni Gioco di Ruolo, il nostro abbigliamento – di diversa rarità – ci permetterà di incrementare Attacco e Difesa. Infine, non mancheranno anche fasi stealth in cui, dopo esserci resi invisibili, con un rapido Pietrificus Totalus, paralizzeremo l’ignaro soldato.
Ogni scontro è fluido, come una danza a ritmo di magia in cui vi sentirete dei veri e propri Auror (o maghi oscuri se deciderete di utilizzare anche le Maledizioni Senza Perdono) che dovranno resistere ad avversari coriacei (anche mini boss e boss naturalmente) che non staranno di certo a guardarvi mentre riempirete di mazzate i loro compagni.
Hogwarts Legacy: Conclusioni
Dal punto di vista estetico, Hogwarts Legacy è un gioiellino in ogni minuscolo dettaglio, bellissimo da vedere (c’è qualche sporadico fenomeno di pop-up ma insomma, anche meno) ma vi consigliamo comunque di giocare in Modalità Performance per godere appieno della notevole fluidità nel combattimento.
“C’è qualcosa in Harry Potter che rende la vita più ricca, come quando le cose si fanno davvero buie e i tempi sono davvero duri, le storie ci danno luoghi in cui possiamo andare, dove possiamo riposare, sentirci abbracciati…”. Emma Watson – Harry Potter Reunion. Ecco, sostituite Harry Potter con Hogwarts Legacy.