Nel secondo episodio di The Last of Us abbiamo fatto conoscenza con i letali clicker: cosa affligge questi infetti e perché non vedono le loro vittime?
In The Last of Us possiamo assistere a varie fasi di evoluzione dell’infezione del fungo Cordyceps nel corpo umano. La prima, quella che nel videogioco viene associata al termine “runner” (visto che gli infetti, appena vedono una potenziale vittima, scattano correndo) è quella più comune e rappresenta ancora uno stato “semi-umano” dei mostri.
Vengono poi quelli che sono chiamati clicker, dal tipico suono simile a un click ripetuto che emettono quando si muovono. Costoro sono infetti piagati da una diffusione del fungo ad uno stadio più critico; che, come possiamo vedere, arriva a coprire i loro volti e ad impedirgli perciò di usare la vista.
Ecco perché a tutti gli effetti i clicker sono ciechi. Ma questo non li rende meno letali, anzi: con l’affossamento di un senso tipicamente se ne sviluppa maggiormente un altro, e in questo caso l’udito. Se infatti, come fanno Joel e Ellie, per non farsi scoprire da un clicker basta muoversi lentamente e in silenzio, d’altra parte basta il minimo rumore per attirare la loro attenzione.
Questo perché essi utilizzano l’ecolocazione: ossia, lo stesso sistema utilizzato dai pipistrelli per orientarsi e per individuare la presenza di altri esseri nelle vicinanza. I clicker emettono cioè i loro famosi click per stabilire il ritorno di eco rispetto al segnale acustico e potersi così fare un’idea precisa dell’ambiente circostante.
Lo stesso sistema è utilizzato anche dalle balene, nonché da alcuni tipi di sorcidi (i cosiddetti toporagni), e nel caso del clicker rappresenta un’evoluzione del fungo strettamente “animale”, che cioè si adatta alle esigenze modificando l’organismo ospite e le sue capacità (gli umani non sfruttano l’ecolocazione, ovviamente). E questo rende bene l’idea di quanto il Cordyceps possa essere letale.
E l’idea è particolarmente acuta perché consente anche, rispetto ai più classici scenari relativi agli zombie e simili, di vedere i protagonisti afflitti da una gamma di nemici più vasta e variegata, e trovandoli quindi costretti ad adottare strategie di volta in volta diverse e complesse per affrontarli o fuggire. Questo, va da sè, si coglie benissimo nei due videogiochi della saga.