Solo per un brevissimo tempo limitato torna nelle sale Audition, film del 1999, del regista Takashi Miike. Un film estremamente particolare che non può mancare nella propria lista di film da vedere. E considerando il suo straordinario ritorno al cinema, l’occasione è molto allettante.
Un capolavoro assoluto che arriva nelle sale italiane per la prima volta (restaurato i 2K), dal 23 al 25 gennaio grazie a Wanted Cinema. Di seguito potete apprezzare il trailer ufficiale:
Audition è un film che ha reso celebre il proprio regista a livello internazionale e che ha lasciato piacevolmente di stucco le platee di tutto il mondo alla fine degli anni 90.
Stiamo parlando di un horror psicologico, dal forte impatto sullo spettatore e capace di rivoluzionare un genere di cui poi è diventato senza dubbio uno dei capisaldi.
Vediamo quindi 5 motivi per tornare al cinema a vedere Audition.
Audition e la sua trama originale quanto bizzarra trama
Senza dubbio, Audition è un film molto particolare che vede nella sua trama uno dei suoi maggiori punti forza. Quella che Audition ci racconta è la storia di un’ossessione, in buona parte connessa ad un modo piuttosto insolito ed eccentrico di elaborare il lutto.
Un vedovo decide, attraverso un sotterfugio, di trovarsi una nuova moglie ma le sue impressioni nei confronti della prescelta si riveleranno a dir poco errate. Si ritrova infatti di fronte ad una donna senza dubbio molto affascinante, apparentemente dolce e tranquilla ma che si rivelerĂ essere estremamente diversa dalle aspettative.
La trama è apparentemente semplice e sembra più adatta ad un film romantico ma niente in Audition è come sembra, dettaglio che minuto dopo minuto lo spettatore riuscirà a comprendere.
L’intento del regista era proprio quello di mandare lo spettatore in confusione presentandogli un certo tipo di film contro ogni aspettativa, ad un certo punto si trasforma cambiando completamente pelle.
Soprattutto a fine anni 90, in un periodo in cui era difficile ottenere informazioni su una pellicola prima di averla vista, l’effetto che lo spettatore subiva era quello di uno shock cinematografico. Ovviamente, nella sua particolaritĂ , questo cambio di registro è ben costruito ed è uno dei motivi principali per cui Audition è un film da recuperare.
Audition è un film estremo
Se oggi vi capita di vedere un film che si potrebbe definire un horror estremo, soprattutto se giapponese, ci sono buone possibilità che il regista sia stato influenzato dalla visione di Audition. Questo film può infatti essere visto come la massima espressione della libertà di un regista relativamente alla sua creazione.
Miike voleva creare un qualcosa che sconvolgesse lo spettatore e che rompesse ogni regola. Ovviamente ha raggiunto pienamente il suo intento.
Audition è infatti un film crudo e senza censura da ogni punto di vista. Lo è per il forte impatto dato dalle immagini che mostra in quanto, da un certo punto in poi, la violenza viene data in pasto allo spettatore senza alcun tipo di freno e le scene splatter diventano determinanti.
Al tempo stesso però, il film è estremo anche psicologicamente e pur mostrando tutto in un contesto di elevata violenza fisica, scava anche nella psiche dello spettatore, riuscendo a turbarlo nel profondo per via di alcune tematiche che vengono trattate.
Una sceneggiatura di alto livello
Il film di Takashi Miike si configura sicuramente come un horror d’autore, sapientemente costruito non solo sotto l’aspetto visivo, ma anche in fase di scrittura. In Audition non solo ogni dialogo è ben scritto e funzionale alla trama che si vuole raccontare, ma ci troviamo di fronte a una struttura narrativa a dir poco unica.
Audition, infatti, per puntare all’obbiettivo di sconvolgere lo spettatore, non si limita a mostrarci scene d’impatto ma cerca di lasciare il segno anche attraverso il modo di pensare e di parlare dei suoi personaggi.
I dialoghi cercano a piĂą riprese di sottolineare gli aspetti piĂą reconditi dell’animo umano, individuandone le maggiori paure e facendo leva sulla stesse per coinvolgere ancora di piĂą chi sta guardando il film. Il film diventa quindi piĂą di un horror commerciale, trasformandosi in uno strumento per indagare l’animo umano e non solo…
Una durissima critica alla societĂ
Audition non si limita a voler sconvolgere lo spettatore ma pone in essere una piĂą che aspra critica alla societĂ . Da un lato, Aoyama, il protagonista maschile, si fa portavoce di quella sensibilitĂ umana spesso corrotta che si concretizza in un sottostare al potere senza tentativo di prendere in mano la propria vita.
Dall’altro, Asami, la protagonista femminile, è invece metafora di una societĂ estremamente malata che finisce con il tramutarsi in una violenza senza limiti. Asami non è ovviamente un personaggio positivo ma il regista ci fa comprendere, pur non giustificandola, che il suo modo di comportarsi è figlio di ciò che ha dovuto subire durante gli anni.
Stiamo parlando di un film anche molto riflessivo e da certi punti di onirico, che permette allo spettatore di vivere un viaggio estremo che senza dubbio lo coinvolgerĂ dall’inizio alla fine.
E voi avete mai visto il capolavoro di Miike? Se non lo avete fatto, vi consigliamo di correre al cinema: avete tempo fino al 25 gennaio!