Sherlock è una serie britannica ideata dalle menti di Steven Moffat e Mark Gatiss. Lo show ha avuto un successo fenomenale grazie soprattutto al lavoro svolto dai due attori principali ossia Benedict Cumberbatch nei panni di Sherlock Holmes e Martin Freeman nel ruolo del fido dottor John Watson che hanno dato il meglio di loro in queste interpretazioni rendendole iconiche e indimenticabili. La serie della BBC, è una rivisitazione in chiave moderna dei racconti e romanzi di Arthur Conan Doyle che vedono protagonista il grande detective con il suo assistente alle prese di casi da da risolvere.
Abbiamo voluto ripercorrere le avventure dei due e evidenziare 5 motivi per i quali, se non l’avete fatto, dovrete correre a recuperare Sherlock.
La Trama:
Reduce dal conflitto in Afghanistan, il dottor John Watson deve ritrovare il suo posto nella società civile. Un amico gli consiglia di cercare un coinquilino con cui dividere le spese e così gli presenta l’eccentrico Sherlock Holmes, che nella vita fa il consulente investigativo, un lavoro inventato da lui. Il nostro stravagante detective coinvolgerà il dottor Watson nelle sue indagini e si renderanno con ben presto di aver bisogno l’uno dell’altro. John ritrova un senso da dare alle sue giornate e l’azione di cui aveva bisogno e Holmes ritrova in Watson il compagno di investigazione ideale.
Il background dato a Watson e la sua contestualizzazione in epoca moderna è sicuramente uno dei punti vincenti della storia di Steven Moffat e Mark Gatiss che sono stati gli unici a reinterpretare una delle coppie più famose della storia in modo moderno senza minimamente rovinarne lo spirito.
La caratterizzazione dei personaggi:
I creatori dello show sono riusciti a proporre un prodotto nuovo ed esclusivo, approcciandosi ad un personaggio iconico senza stravolgere l’opera originale. Hanno dato vita ad un nuovo Sherlock Holmes esaltando il suo aspetto deduttivo e sottolineando i suoi difetti e le sue difficoltà relazionali. Uno dei punti vincenti della serie è infatti proprio l’affascinante caratterizzazione di tutti i personaggio che ruotano attorno all’investigatore. Ogni episodio indaga nella psicologia dei protagonisti, scavando sempre più a fondo e portandone a galla l’essenza.
John Watson è un medico dell’esercito britannico, rimasto ferito durante la guerra in Afghanistan. Nel primo episodio lo vediamo partecipare a delle sedute con una terapeuta, a causa dello stess post-traumtico dovuto alla guerra, che lo ha portato ad avere una zoppia psicosomatica che lo costringe a camminare con un bastone. Questo sembra essere il motivo della sua sofferenza nell’affrontare la nuova vita, ma in realtà è la mancanza di azione a renderlo un uomo infelice. L’incontro con il suo nuovo coinquilino cambia totalmente questa sua visione e aiutando il detective nelle sue indagini ritrova quella fiamma perduta e riesce anche a superare il suo problema motorio dimenticando addirittura di averlo.
Anche il personaggio di Sherlock Holmes è caratterizzat in modo eccezionale o e Benedict Cumberbatch lo interpreta in modo magistrale dando vita così a una delle sue performance più memorabili.Ci troviamo davanti ad un sociopatico iperattivo, come lui si definisce, incapace di provare empatia e sempre alla ricerca di stimoli per combattere la noia di un’esistenza banale. Possiamo definirlo un antieroe, incapace di riconoscere tutto ciò che non sia logico e razionale e per questo sembra essere condannato ad una vita senza alcun legame affettivo. I suoi ragionameti sono così complessi e contorti che è difficile riuscire a stargli dietro e questo è uno degli aspetti che lo rende affascinante.
Un altro personaggio amatissimoo in Sherlock è Jim Moriarty, il villain per eccellenza. Interpretato da Andrew Scott, Moriarty risulta essere ben diverso dai racconti di Doyle. Non è un professore di matematica, bensì un consulente criminale. Un uomo molto disturbato e con un’intelligenza elevata, quasi un villain supereroistico, al pari della quasi sovraumanità dell’intelligenza del suo arci rivale. Possiamo dire che sia alla pari con Sherlock Holmes, ma al contrario del detective, Moriarty è malvagio, sadico e cinico. Non agisce per sete di denaro o potere, o magari per aver avuto un passato difficile e traumatico, semplicemente agisce per noia e per il gusto di farlo. E forse è proprio questo aspetto a renderlo uno dei villain più riusciti della storia del piccolo schermo.
Altro personaggio perfetto della serie è quello di Mycroft Holmes, un uomo molto influente che ha lo stesso dono del fratello minore: un’ intelligenza fuori dal comune. Tra i due fratelli c’è un rapporto che possiamo definire quasi antagonistico. Sherlock detesta Mycroft perchè controlla ogni suo movimento e non perde occasione per dimostrare la sua grande capacità intellettiva facendolo sentire inferiore. Ma sotto questa corazza di uomo potente, freddo e distaccato si nasconde una persona molto legata alla famiglia che all’occorrenza è sempre disposta a proteggere suo fratello. E allo stesso modo, nonostante il loro rapporto disturbato, è a lui che Sherlock si affida quando brancola nel buio.
Il rapporto tra Sherlock e Watson
Sin da subito vediamo nascere un bel legame tra i due protagonisti, che nel corso della serie diventa sempre più solido. Già durante il primo episodio ci rendiamo conto che hanno bisogno l’uno dell’altro. John ritrova l’azione di cui aveva bisogno, mentre Sherlock trova un assistente che lo apprezzi, più interessante di molti altri. Questo rapporto di amicizia, rende Sherlock Holmes più “umano”, perchè lo vediamo per la prima volta provare dei sentimenti o preoccuparsi realmente per qualcuno. Il dottor Watson diventa per lui una guida emotiva. I due si compensano a vicenda, Watson completa le mancanze di Sherlock con la sua semplicità e concretezza e il brillante investigatore colma le lacune dell’amico con la sua proverbiale intelligenza.
Il loro rapporto ci ha conquistato sin dalla prima puntata, evolvendosi di volta in volta e diventando sempre più solido, guadagnandosi così tutto l’affetto del pubblico che si è sentito parte di questa amicizia.
L’ambientazione moderna
Un altro punto di forza dello show è sicuramente l’ambientazione moderna e l’uso della tecnologia che permette di avere una rivisitazione delle vicende del detective senza deturpare il personaggio di Doyle, ma dandogli nuova linfa. Lo Sherlock ambientato nella Londra moderna risulta piacevole e per niente forzato. Manda e riceve SMS, utilizza il GPS, scrive un blog.
La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nella storia in quanto molti crimini vengono risolti oltre che alla bravura del detective anche grazie ad essa. Andando avanti con gli episodi sarà quasi impossibile ricordarsi che quello è lo stesso investigatore che risolveva casi in carrozza a Londra con la pipa in bocca. Lo show, velocizzando ogni azione e interazione rende non solo plausibile, ma necessaria la tecnologia. Conoscendo profondamente il personagigo di Sherlock Holmes, gli autori hanno risposto brillantemente ad una domanda ardua e complessa: “Come avrebbe inserito la tecnologia nel suo metodo di lavoro un uomo come Sherlock?”. In modo geniale come qualsiasi altra cosa da lui fatta, ovviamente.
Tra il Thriller e il comico
Un elemento che non manca nella serie è il sarcasmo che il protagonista usa nelle più svariate situazioni e vederlo interagire con gli altri è decisamente esilarante. E non manca la parte crime, che risulta mai banale. I singoli casi su cui Sherlock indaga sono interessanti e non sono mai troppo pesanti o troppo soft. Ma lo show si concentra anche sulla parte drammatica, soprattutto negli ultimi episodi, dove viene analizzata la psicologia dei protagonisti.
Questa altalena emotiva della serie che danza sempre sul filo tra il drammatico e il comico senza mai esagerare nè da una parte nè dall’altra e, al contempo, lavorare su casi investigativi ai quali ogni spettatore partecipa attivamente, è senza dubbio il maggior punto di forza di questa serie che diviene, per questo, impossibile da smettere di guardare.
In conclusione, l’idea di fare l’ennesimo adattamento sul celebberimo detective ma ambientato nella Londra odierna è geniale. I personaggi rendono lo show interessante e dinamico, inoltre gli episodi, nonostante la durata di 90 minuti, sono scorrevoli e ricchi di colpi di scena. Sherlock è assolutamente una serie da guardare, sia per gli appassionati dell’iconico detective che per chi ci si approccia per la prima volta.
Insomma, Sherlock è una di quelle serie che se non avete visto, dovete decisamente correre a recuperare.