Willow: la recensione della serie fantasy su Disney Plus

Willow, la recensione della serie che fa da sequel a un grande classico anni '80. Un fantasy piacevole con un taglio accattivante.

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Willow, la serie tv prodotta da Disney Plus, conclude la sua prima stagione con l’uscita dell’ottavo episodio. Quasi trentacinque anni dopo l’uscita del lungometraggio omonimo, con protagonisti Val Kilmer e Warwick Davis e diretto da Ron Howard, la serie ne è il diretto sequel. Davis torna nei panni dello stregone nelwyn Willow che viene chiamato ancora una volta in difesa del regno e di Elora Danan dalle forze del male guidate dalla regina strega Bavmorda.

Willow, il Trailer

Willow, il trailer ufficiale in italiano della serie su Disney+

Willow, il Cast

Warwick Davis: Willow Ufgood
Joanne Whalley: Sorsha
Erin Kellyman: Jade Claymore
Ellie Bamber: Elora Danan
Tony Revolori: Principe Graydon Hastur
Ruby Cruz: Kit Tanthalos
Amar Chadha-Patel: Thraxus Boorman
Dempsey Bryk: Airk Tanthalos
Derek Horshman: Re Hastur

Willow, la Trama (No Spoiler)

Sono passati anni dagli eventi del film. I figli di Sorsha e Madmartigan, Airk e Kit, sono ormai cresciuti. Kit è promessa sposa a Graydon Hastur, ma fatica a contenere il suo animo libero e ribelle. Quando Airk viene rapito dalle forze del male, Sorsha chiederà nuovamente aiuto a Willow diventato ormai uno stregone esperto, per salvare suo figlio e affrontare ancora una volta la regina Bavmorda. In mezzo alla missione verrà fatta luce anche sul destino di Elora Danan, inevitabilmente collegato con le sorti del regno.

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Willow
Warwick Davis nei panni di Willow

Willow, la Recensione

Quando uscì il film originale nel 1988, fu una vera eccezione. Prima di allora i film del genere fantasy erano realizzati con budget limitati. Ma il genio di George Lucas, combinato con la visione di Ron Howard e arricchito dalle musiche di James Horner ne hanno fatto un capolavoro epocale (riconosciuto e apprezzato nel tempo, ma iconico per i film del genere).

Gli appassionati si divertiranno nello scovare nella serie le citazioni e i rimandi al film di Howard, che ha mantenuto nel cast la presenza di Warwick Davis e Joanne Whalley. Ma che si incastrano benissimo con il nuovo parco di personaggi e con la storia che è un ottimo continuo alle vicende concluse con la pellicola.

Una serie sequel degna del suo predecessore che introduce nuovi spunti e nuove dinamiche nella storia. La compagnia è un misto di disadattati della Gen Z e tra la presenza iconica di Davis, la figura di Boorman che incarna il classico guerriero canaglia, spavaldo e imprevedibile, va a toccare anche temi come l’inclusione, la libertà d’espressione e i diritti della comunità LGBTQ+.

Il vecchio film era molto più vicino a pellicole del tempo, come Ladyhawk o Labyrinth e la serie ne rivoluziona la narrazione trasportandolo ai giorni nostri in chiave molto più vivace e frizzante. Certo, siamo lontani dai toni cupi e oscuri del Trono di spade o dalla sofisticata profondità intellettuale de Il Signore degli Anelli, ma ci troviamo comunque di fronte a un prodotto che intrattiene in modo eccellente. E lo fa rivolgendosi a un target molto ampio.

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Anche il comparto tecnico non lascia delusi. La fotografia è accattivante, le scenografie sposano alla perfezione teatri onirici a veri e propri paesaggi da documentario. La recitazione dei personaggi ha margini di miglioramento, ma va sicuramente presa in considerazione la giovane età dei principali attori che compongono il cast. La colonna sonora è un tocco di gran classe, tra composizioni che rendono omaggio al lavoro di James Horner e canzoni moderne che vanno a enfatizzare in modo molto giovanile alcune scene. Da menzionare due cover assolutamente azzeccate come quelle di Enter Sandman dei Metallica e Black Hole Sun dei Soundgarden.

Un prodotto sicuramente riuscito che ritrova una sua nuova chiave di lettura, portando nel nostro tempo, un classico del passato.

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