Nel cinema ci sono i film belli, i film brutti, i film che in qualche modo riescono a essere entrambe le cose e poi ci sono i masterpiece, i capolavori… Mentre un bel film arricchisce la storia del cinema, un capolavoro la rivoluziona. Cowboy Bebop, di Shinichirō Watanabe, è stato un capolavoro.
E come tutti i capolavori, ispira e ha ispirato, ha copiato e viene copiato, ha citato e viene citato… Per farla breve, ecco 7 anime che dovresti aggiungere alla tua watchlist, se ti è piaciuto Cowboy Bebop.
Samurai Champloo
Per rendere l’addio un po’ meno doloroso, cominciamo con un altro anime di Watanabe. Cowboy Bebop ha le astronavi e le musiche jazz da hollywood noir; Samurai Champloo ha, manco a dirlo, i samurai e le musiche un po’ hip hop e un po’ lo-fi.
Ritorna il viaggio come espediente narrativo per muovere trama e personaggi, un artificio non estraneo alla narrativa dei manga e che già compare in Cowboy Bebop, sebbene si tratti di un viaggio senza meta a differenza di Samurai Champloo dove dal primo all’ultimo episodio l’obiettivo è uno solo: trovare il “Samurai che profuma di girasoli“… e chi sarebbe costui?
Vale la pena guardare Samurai Champloo e scoprirlo.
Redline
Immaginate un campionato di Formula 1 nel mondo di Mad Max… ecco a voi Redline, lungometraggio diretto da Takeshi Koike, con uno stile grafico e delle animazioni davvero uniche, con un vero e proprio spamming di prospettive.
La sinossi è semplice quanto le regole di un campionato di Formula 1 nel mondo di Mad Max… In un mondo dove i mezzi di trasporto viaggiano su sistemi antigravità, le automobili sono divenute ormai qualcosa di simpaticamente kitsch e il loro maggior impiego sta nelle gare clandestine zeppe di ex galeotti e malviventi della peggior specie.
E il campionato più famigerato, più pericoloso, e quindi anche il più amato e il più importante, è la Redline, che si tiene ogni 5 anni.
Chi conquista la Redline conquista il titolo di pilota più veloce dell’intero universo.
E il protagonista ha il ciuffo alla Elvis.
Space Dandy
Un cacciatore di alieni (nonché autodefinitosi space dandy), un alieno che somiglia a un gatto e la spalla comica robot, che girano per lo spazio (ormai praticamente del tutto esplorato) alla ricerca di alieni che nessuno ha ancora scoperto.
Un plot essenziale per far sfoggio di dialoghi assolutamente sopra le righe e un’ animazione colorata e psichedelica.
Vi dico solo che il primo episodio inizia con il protagonista che decanta delle lodi al seno femminile.
Anche qui il protagonista ha il ciuffo alla Elvis.
Blade Runner Black Out 2022
Durante la produzione dell’ottimo Blade Runner 2049, sequel del leggendario Blade Runner dell’82, vengono realizzati 3 cortometraggi midquel, rispettivamente ambientati nel 2022 (di cui stiamo parlando), nel 2036 e nel 2048.
Chi non muore si rivede e infatti il regista di questo piccolo gioiello è proprio Watanabe, che tra metropoli cyberpunk e malviventi malinconici, dimostra di trovarsi decisamente nel suo elemento.
Come da titolo, la vicenda si sviluppa a seguito di un imponente black out e presenta forti rimandi al Blade Runner originale.