Iggy Pop – Every Loser | RECENSIONE

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Iggy Pop torna alle origini garage punk con un album violento e saggio al tempo stesso, prodotto con intelligenza

A 75 anni di età e con venti album alle spalle (questo compreso), mr. Iggy Pop si affida al super-produttore Andrew Watt e a Chad Smith (Red Hot Chili Peppers) e Duff McKagan (Guns N’ Roses) per regalare al pubblico il suo nuovo lavoro in studio: una tracklist che trasuda di punk ma allo stesso tempo lascia trasparire tutta la riflessività della musica del grande sopravvissuto del genere.

Every Loser, questo il titolo, vede anche la presenza di altri grandi ospiti come Dave Navarro (Jane’s Addiction) e il compianto Taylor Hawkins (Foo Fighters) nell’imbastire una conferenza punk che guarda al passato ma si presenta in realtà più variegata e musicale di quanto di si potrebbe aspettare.

L’aggressività e audacia di brani come Modern Day Rip Off e Neo Punk fa da contrappunto a canzoni più pacate e calcolate come New Atlantis e The Regency. Il culmine dell’album è di certo il quasi-pop rock (fan storici non fatevi venire un infarto, oggi si può dire) di Comments, che svela i trascorsi del produttore Watt con Justin Bieber e Miley Cyrus.

Non c’è da farsi trarre in inganno, però: i suoni garage (più che punk) nel disco ci sono e il cantante ha modo appieno di riprendere con somma disinvoltura (e con voce sempre potente) il suo posto di leggenda del rock vivente, viaggiando tra suoni che ricordano tanto i classici degli Stooges quanto i suoi, di The Idiot e Lust For Life. Abbatsanza, insomma, per non scontentare gli appassionati.

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