Su Netflix è appena arrivato The Pale Blue Eye, nuovo film di Scott Cooper con protagonista Christian Bale, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2006 scritto da Louis Bayard. Racconta la storia del veterano detective Augustus Landor che, nel 1830 a West Point, New York, indaga su una serie di omicidi all’Accademia militare degli Stati Uniti con l’aiuto di Edgar Allan Poe, un giovane cadetto militare. Si tratta di un thriller davvero ben riuscito che grazie ad un cast d’eccezione, una regia di buon livello e una sceneggiatura solida riesce a intrattenere e sorprendere, specie grazie al grande e inatteso plot twist finale. Ecco dunque la nostra recensione.
The Pale Blue Eye: Il Trailer
The Pale Blue Eye: il Cast
Christian Bale nel ruolo del Det. Augusto Landor
Harry Melling nel ruolo di Edgar Allan Poe
Gillian Anderson nel ruolo di Julia Marchese
Lucy Boynton nel ruolo di Lea Marchese
Charlotte Gainsbourg nel ruolo di Patsy
Toby Jones nel ruolo del dottor Daniel Marquis
Harry Lawtey nel ruolo di Artemus Marchese
Simon McBurney nel ruolo del Capitano Hitchcock
Timothy Spall nel ruolo del sovrintendente Thayer
Robert Duvall nel ruolo di Jean-Pepe
Hadley Robinson nel ruolo di Mattie
Joey Brooks nel ruolo del cadetto Stoddard
Brennan Keel Cook nel ruolo del cadetto Huntoon
Gideon Glick nel ruolo del cadetto Horatio Cochrane
Fred Hechinger nel ruolo del cadetto Randolph Ballinger
Matt Heim nel ruolo del cadetto Fry
Steven Maier nel ruolo del cadetto Llewlyn Lee
Charlie Tahan nel ruolo di Loughborough
The Pale Blue Eye: La Recensione
Quando si scomodano colossi come Edgar Allan Poe e si cerca di reinventare storie e trame sulle loro vite, l’errore è sempre dietro l’angolo. Tuttavia questo The Pale Blue Eye riesce a raccontare una storia nella quale la profonda sfaccettatura e unicità dell’anima del grande scrittore di Boston si trova perfettamente a suo agio. Cooper infatti, sebbene il protagonista della vicenda sia il Detective Landor di Christian Bale, disegna tutto il contesto nel quale questi si muove a immagine e somiglianza di Poe, dando a tutta la vicenda un’aura misteriosa e lugubre quasi ci avesse trasportato direttamente all’interno di uno dei racconti del grandissimo autore.
La trama raccontata è molto interessante, specie per le molte svolte e per i molti colpi di scena che la compongono. Sono infatti moltissimi i temi trattati e che, in un brillante mix narrativo, formano tutti insieme una storia solida e profonda, senza mai correre il rischio di accavallarsi uno sull’altro. Troviamo infatti la malattia, la perdita, l’abbandono, il lutto, il bullismo, l’esoterismo, la fame di vendetta e l’amore per la poesia. Letti tutti d’un fiato potrebbe sembrare che si tratta di un film confusionario e appossimativo. In realtà la sceneggiatura di questo The Pale Blue Eye riesce a trasmettere molteplici messaggi con una singola inquadratura e con un singolo dialogo, riuscendo a non appesantire lo spettatore con una verbosità eccessiva ma al contempo creando personaggi sfaccettati e reali.
Scott Cooper opta per una regia scarna, senza particolari guizzi nè movimenti di macchina estrosi. Questo per rimandare allo spettatore tutto il gelo vissuto in un ambiente perennemente innevato che ben si sposa con gli animi dei protagonisti, quasi tutti cupi e aridi. Si tratta infatti di una storia nella quale difficilmente troverete personaggi positivi, al massimo giustificabili. Tutti ad eccezione di Edgar Allan Poe che guidato dal calore della poesia riesce a rimanere fuori dal gelo perenne che permea tutta la vicenda. Anche la fotografia gioca molto in questo senso. Spesso scura e opprimente, con quasi tutti i personaggi (tranne, di nuovo, Poe) che si trovano a discutere in corridoi bui e nei quali l’assenza di luce serve ancora una volta a mostrare metaforicamente la naturale oscurità dell’animo delle persone e a tenere fermo lo spettatore in quel gelido punto degli Stati Uniti che è West Point.
Nonostante questa polare staticità , Cooper gioca molto con le inquadrature e con il posizionamento di dettagli rilevanti per l’indagine in punti nevralgici delle scene. C’è da dire tuttavia che forse lo fa in modo eccessivamente didascalico. Ogni elemento che poche scene dopo avrà importanza vitale viene inquadrato in modo eccessivamente esauriente e rende dunque impossibile per lo spettatore perderselo e magari tirare a indovinare qualcosa.
Non fraintendeteci, The Pale Blue Eye sul finale regala un plot twist davvero ben riuscito e tenuto gelosamente nascosto per tutto il film con solo rapidi imput ogni tanto per non far dimenticare allo spettatore elementi importanti. Però per quanto riguarda l’indagine sulla quale si concentra tutta la trama, i punti nevralgici dove porre l’attenzione risultano fin troppo evidenziati.
Punto di forza assoluto del film è sicuramente il cast. Non che ci siano troppi dubbi quando il protagonista è Christian Bale. Tuttavia l’attore, alla terza collaborazione con Cooper, si mostra totalmente centrato nella parte e focalizzato sulla missione del suo Landor. Il modo di incedere e di parlare calmo e sicuro, lo sguardo pieno di arguzia ma allo stesso tempo ricolmo di dolore. Bale è perfetto e regge ottimamente ogni scena in cui è presente.
Non che i comprimari siano da meno. Sia Harry Melling nel ruolo di Edgar Allan Poe che guest star di livello assoluto come Gillian Anderson, Timothy Spall e Robert Duvall. Tutti danno il massimo anche se con poche scene a disposizione, aiutando tutti insieme a creare quel sentimento davvero piacevole di complessità e ricchezza di sfaccettature in un film che si mostra essere molto di più che una semplice indagine alla scoperta di un omicida.
In conclusione The Pale Blue Eye è un film riuscitissimo, scritto in maniera ottima con un cast davvero di altissimo livello e una messa in scena azzeccata in ogni dove. Consigliatissimo.