In sala trovate M3gan, nuovo film di Gerard Johnston con protagonista Allison Williams e che cerca di modernizzare uno dei grandi cult della storia del cinema horror, quello della Bambola Assassina. Esattamente come nelle turbolente vicende di Chucky e soci, la storia ruota attorno ad un giocattolo dotato di autocoscienza che sfugge al controllo degli umani e semina il panico nella sua città. Un tema visto e rivisto che tuttavia perde totalmente l’aurea di divertimento che ha sempre caratterizzato la saga originale trasformando tutto in un’accozzaglia di pretenziose scene casuali, scelte di sceneggiatura pigre e trovate registiche imbarazzanti. Ma andiamo con ordine.
M3gan: il Trailer
M3gan: il Cast
Allison Williams nei panni di Gemma
Violet McGraw nei panni di Cady
Amie Donald nel ruolo di M3GAN
Jenna Davis come voce di M3GAN
Ronny Chieng nel ruolo di David
Brian Jordan Alvarez nel ruolo di Cole
Jen Van Epps nel ruolo di Tess
Stephane Garneau-Monten nel ruolo di Kurt
Arlo Green nel ruolo di Ryan
Lori Dungey
M3gan: la Trama
Gemma, brillante inventrice nell’ambito della robotica si trova a dover badare alla sua nipotina Cady rimasta orfana dopo un terribile incidente. Decide dunque di regalarle M3gan, una bambola robot incredibilmente avanzata che pian piano diventerà la migliore amica della bambina e sua unica ragione di felicità. Col passare del tempo tuttavia il giocattolo diverrà sempre più cosciente di sè stesso e inizierà a creare il panico nella vita della sua inventrice e della sua piccola nipotina
M3gan: la Recensione
Partiamo da un presupposto fondamentale: cercare di riprendere vecchi cult di decenni passati e modernizzarli reinventandoli ai nostri giorni non è mai facile. Si finisce spesso di creare copie sbiadite dell’opera originale o semplici film scialbi e scadenti che non apportano nulla al concept di base e che anzi, non invitano le nuove generazioni a riscoprire il film da dove tutto è iniziato. Ecco, M3gan è esattamente questo, ma all’ennesima potenza. Perchè riesce a prendere tutte le idee bizzarre ma brillanti viste nella Bambola Assassina e a renderle piatte, stupide e fuori contesto. Partiamo però dalla base, dalla bambola.
Chucky, l’originale giocattolo seminatore di morte del 1988, era una bambola all’interno della quale un serial killer aveva riversato la propria anima in punto di morte con lo scopo scopo di rientrare in un corpo umano. Dunque l’intero concept di basava su concetti mistici, demoniaci ed esoterici che permettevano allo spettatore di sospendere l’incredulità e riuscire ad accettare che una bambola avesse strani poteri e potesse essere un problema reale per la città. M3gan no.
Lei è infatti un prodotto totalmente scientifico. La sua creatrice Gemma non è una sorta di sciamano che ha dato vita a una bambola, ma è una semplice inventrice robotica. Dunque crea una bambola incredibilmente avanzata in grado col tempo di apprendere ciò che accade attorno ed evolversi. Come dite? non è un’idea così brillante realizzare un androide del genere e metterlo nella stanza di una bambina per almeno 1000 ragioni diverse? Tu pensa.
A parte le facili ironie, la stessa natura con la quale M3gan è concepita non rende assolutamente plausibile quello che poi ci viene proposto nel film. Perchè mai un robot creato per essere l'”amica” di una bambina dovrebbe poter disattivare gli allarmi guardandoli, attivare automobili, intercettare chiamate, brandire spade e avere una potenza muscolare che neanche The Rock? È un giocattolo o un prototipo di arma sperimentato dall’MI6? Se nelle avventure di Chucky dunque ci si poteva rifugiare nell’aura demoniaca che aleggiava attorno a lui, in M3gan tutto risulta essere fastidiosamente forzato e fuori contesto.
Secondariamente, la Bambola Assassina non ha mai preteso di essere un film horror “serio”. Lo scopo è sempre stato quello di far divertire, di creare un film con sangue e uccisioni ma danzante sempre sulla falsariga della commedia nera. Ma ormai lo sappiamo, in questo tipo di opere spesso il divertimento non può esserci, bisogna essere seri. Ecco dunque che M3gan vorrebbe essere un film con pochi sorrisi, un “horror” quadrato che possa inquietare il pubblico. Ma come dovremmo mai inquietarci vedendo seriamente una bambola di un metro e 20 che uccide non uno, ma ben 2 uomini con una sorta di spada in una delle aziende più ricche del mondo senza che neanche arrivi una guardia con una pistola, anche solo a coriandoli? Per favore.
Inoltre M3gan vuole essere un film impegnato, che lancia un messaggio, anzi molteplici. Partendo da un ragionamento sul pericolo dell’eccessiva evoluzione dell’Intelligenza Artificiale, argomento assolutamente nuovo e fresco, passando per la problematica moderna della troppa tecnologia nelle mani dei bambini.
Dunque dobbiamo vedere scene imbarazzanti di una terapista che arriva a casa di Gemma e Cady il primo giorno in cui la bimba si è trasferita per vedere “una giornata insieme”. Però, colpo di scena, le due non hanno niente in comune ancora e la piccola è da sola davanti alla televisione. Incredibile che non abbiano sedimentato un rapporto vivo e costruttivo in 8 ore. Scena per nulla forzata e che non serve assolutamente per la paternale fatta dalla terapeuta poco dopo riguardante il pericolo che una bambina si affezioni più a un robot che a un essere umano (che per onestà intellettuale è comunque l’unico dialogo decente del film).
Se vogliamo trovare un punto di forza in M3gan possiamo dire che gli effetti non sono male e qualche scena gore è tutto sommato soddisfacente. Altri momenti sono girati talmente male (povero cagnolino) da far perdere tutta quella già poca tensione creata, ma tant’è. La recitazione è di buon livello e comunque il ritmo abbastanza serrato riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore che non finisce per annoiarsi.
In conclusione M3gan è un film brutto, pretenzioso che vuole a tutti i costi rinnovare un cult del passato ma che finise solo per essere una pessima amalgama di tante cose sconnesse e mal calibrate.