Quando Dio imparò a scrivere, tratto dal romanzo del 1979 da Torcuato Luca de Tena, dopo essere stato presentato al Festival internazionale del cinema di San Sebastian e nominato a sei premi Goya, arriva su Netflix attirando l’attenzione di molti utenti.
Oriol Paulo è un regista che ormai ha uno stile inconfondibile. Con Contrattempo e Durante la tormenta, ha sempre di più consolidato il suo stile registico che punta molto sull’utilizzo dei plot twist e di scene cariche di tensione. Creare una versione cinematografica del romanzo Le linee storte di Dio, è il prodotto perfetto per tenere il pubblico incollato allo schermo.
Quando Dio imparò a scrivere: La trama
Alice Gould (Barbara Lennie) è un’investigatrice privata, assunta dal dottor Raimundo Garcìa del Olmo (Joan Crosas), per indagare sul misterioso presunto suicidio del figlio avvenuto all’interno dell’ospedale psichiatrico dove si trovata ricoverato.
Per infiltrarsi, Alice si finge una paziente malata di schizofrenia e inizia ad indagare, tra i detenuti e gli archivi dell’ospedale, su quello che entrambi considerano in realtà un omicidio.
Ma Alice è “un’astuta manipolatrice, capace di mentire su tutto”, la sua sanità mentale inizierà ad essere messa in dubbio. Alice è davvero chi dice di essere oppure è una pericolosa paziente, come afferma Samuel Alvar (Eduard Fernàdez), primario dell’ospedale?
Quando Dio imparò a scrivere: la Recensione
Alice come Randle Patrick McMurphy in Qualcuno volò sul nido del cuculo, finge un problema mentale per entrare in un ospedale psichiatrico, come Teddy Daniels in Shutter Island, sta indagando, in questo caso, su un omicidio. La sorte di Alice ricorda un po’ quella di Miranda Grey in Gothika e Christine Collins in Changeling. Alice dice la verità oppure è un abile manipolatrice?
Oriol Paulo affida la sua Alice a Barbara Lennie, la vincitrice del premio Goya del 2015 come miglior attrice non protagonista per il film El Nino e con cui ha già collaborato su Contrattempo, riesce a catturare lo schermo, la sua perfetta interpretazione mette costantemente il dubbio il suo personaggio.
Passa con estrema naturalezza da donna fredda e intelligente a vittima di un presunto piano architettato da suo marito. Accanto a lei Samuel Alvar, interpretato da Eduard Fernàdez, il primario dell’ospedale, che cerca di far emergere la natura folle di Alice. La trama è un continuo ribaltamento della realtà che ti trascina all’interno di un vortice di verità e bugie, attraverso l’utilizzo di flashback e diverse linee narrative.
Il manicomio è sicuramente il set perfetto per giocare questa doppia partita tra sanità mentale e follia, i detenuti e i medici del manicomio sono le pedine essenziali per rendere veritiera la realtà che ognuna delle due parti cerca di portare avanti. Per tutta la prima parte di Quando Dio imparò a scrivere, Alice è una povera vittima che cerca in tutti i modi di risolvere un omicidio, Alvar è una persona corrotta, che per denaro, cerca di far passare la povera donna veramente per una schizofrenica. Come ogni battaglia, arriva il momento che le due parti arrivano a confronto, ed è in questo momento che si inizia a dubitare delle parole di Alice.
Ma nonostante tutto, Quando Dio imparò a scrivere, risulta un qualcosa di già visto. Le similitudini con Shutter Island, in particolar modo, e gli eccessivi cliché di cui si appropria la pellicola per due ore e mezza non riescono sempre a sorprendere. Questo costante utilizzo di plot twist abbassa gradualmente l’attenzione del pubblico che, abituato a trame cosi intricate, riesce a percepire il contorto finale del film.
Ciò nonostante, Quando Dio imparò a scrivere ha una sceneggiatura perfetta che ben si sposa con la regia di Oriol Paula, che ha dimostrato di essere in grado ad adattare, nonostante tutto, un romanzo al grande schermo. Ma qual è la risposta alla domanda che lo spettatore si pone per tutto il film? Ciò che Alice sta raccontando è finzione, sapientemente raccontata grazie alle sue incredibili doti di manipolatrice, oppure è veramente una vittima?
Quando Dio imparò a scrivere: Il cast
- Barbara Lennie: Alice Gould
- Eduard Fernandez: Samuel Alvar
- Loreto Mauleon: Monserrat Castoli
- Javier Beltran: César Arellano
- Joan Crosas: Garcìa del Olmo
- Pablo Derqui: Ignacio Urquieta
- Samuel Soler: Romulo/Remo
- Adelfa Calvo: Dottoressa Dolores Bernardos
A cura di Francesca Lombardo