Vivienne Westwood fu la principale ideatrice della “moda” punk, ossia del vestiario legato al movimento musicale
Ci lascia a 81 anni Vivienne Westwood, che alla fine degli anni ’70 fu forse la principale ideatrice del punk in un senso strettamente “estetico”: sua la famosa bottega SEX, gestita assieme a Malcolm McLaren. Quest’ultimo, come sappiamo, divenne poi manager dei Sex Pistols, i cui futuri componenti frequentavano appunto questa bottega.
Tra altri clienti fissi c’erano anche i membri di Siouxsie and the Banshees e Marco Pirroni, storico chitarrista dell’era punk. Ma la sua influenza non si limitava a quella di proprietaria del famoso negozio. Stilista vera e propria, fu lei infatti a lanciare un vero e proprio modo di vestire che includeva spille da balia, t-shirt strappate o con scritte trasgressive, o capelli alla mohawk.
Il suo stile si è diffuso a livello mondiale a partire dagli anni ’80 e ancora oggi viene continuamente copiato e imitato, restando di fatto un quasi un codice d’abbigliamento al quale attenersi per tutti i musicisti punk di vecchia e nuova generazione. E negli anni non ha abbandonato il suo atteggiamento ribelle, sposando cause rivoluzionarie e di protesta e continuando a proporre abiti audaci.
Per anni si è infatti battuta contro il climate change, e per la liberazione di Julian Assange. Nel frattempo ha anche fatto cose un po’ più pop, come comparire nel film di Sex & the City del 2008, poi criticandolo aspramente. Ormai un’istituzione nonché una delle più famose e importanti fashion designer di sempre, lascia dietro di sè un’influenza enorme sulla moda e sulla cultura degli ultimi cinquant’anni.
Fonte: NME
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