Il Thriller è uno dei generi cinematografici più amati, forse perchè in tantissimi cercano un’immersione totale nelle atmosfere e nei meccanismi della trama, o forse per la sua capacità di stupirci attraverso plot twist e dinamiche imprevedibili.
E’ un campo di prova su cui i grandi maestri del cinema hanno sperimentato tecniche innovative e messe in scena radicali, regalando un brivido agli spettatori di ogni tempo.
Abbiamo deciso di provare a raccontare la storia del thriller, attraverso 10 titoli imprescindibili, non necessariamente i migliori ma quelli più capaci di rappresentare una svolta. Ecco un dunque i 10 thriller da vedere assolutamente!
I Thriller da vedere almeno una volta nella vita!
1)Vertigo, Alfred Hitchcock (1958)
Vertigo (in Italia La donna che visse due volte) è forse il più grande film del “maestro del brivido”, un racconto di ossessione e mistero.
Scottie (James Stewart) poliziotto che soffre di vertigini, accetta la richiesta di un amico di pedinare la moglie Madeleine (Kim Novak), donna dai ricorrenti stati di incoscienza durante cui sembra posseduta dallo spirito di Carlotta Valdes, sua bisnonna morta un secolo prima. Tutto in Vertigo è perfetto, dal suo meccanismo narrativo che si dischiude con chirurgica precisione fino ad una messa in scena straordinaria.
Il film è disseminato di simboli, dagli specchi che tornano continuamente (a raccontare il doppio) all’uso simbolico del colore (il contrasto fra rosso e verde) e non stupisce che sia stato per anni in cima alla lista dei migliori film di Sight and Sound. Un caleidoscopio di idee che non smette di regalare risvolti nascosti e dettagli anche a più di 60 anni dalla sua uscita.
Altro giro, altro Hitchcock. Impossibile non menzionare almeno due film del maestro e Psychoe Vertigo sono i due film che meglio racchiudono la sua anima. Opposti e uguali, a colori uno, in bianco e nero l’altro. Entrambi film di ossessioni e amore per le donne.
Psycho è forse il film più iconico di Hitchcock: dalla celebre scena della doccia, allo scioccante finale, fino all’inquietante Bates Motel, tutto di Psycho è rimasto marchiato a fuoco nel’immaginario collettivo.
3) La conversazione, Francis Ford Coppola (1974)
La sequenza iniziale del celebre thriller di Coppola
Palma d’oro a Cannes nel 1974 per il meraviglioso film di Francis Ford Coppola. Se non è il suo film più celebre (considerando la trilogia de Il Padrino e Apocalypse Now) è di certo il più intimo.
Harry Caul (Gene Hackman) è un esperto di intercettazioni, travolto dai sensi di colpa nel momento in cui deve spiare una coppia potenzialmente vittima di un futuro omicidio.
La conversazione è un racconto sulla paranoia, sul dubbio, immerso in atmosfere solitarie. Troviamo anche un giovane Harrison Ford e John Cazale in quest’opera che parla di solitudine e paura per un mondo imperscrutabile, che sembra ormai fare troppo rumore. Forse l’unica soluzione è rifugiarsi nello spiare le vite degli altri.
Un’indagine sulla natura del cinema, sullo sguardo e sul suono, che si rifà al Blow-Up di Antonioni, così tanto influente per il cinema che sarebbe venuto (entrambi i film si sviluppano da un omicidio a cui il protagonista assiste per caso, fotografandolo nel primo caso e registrandone l’audio nel secondo).
Brian De Palma piega il thriller alla sua volontà , attraverso una spettacolarizzazione cinematografica che spinge lo spettatore all’immersione totale nel racconto (dagli iconici split screen all’uso creativo del colore). Un maestro del cinema che (come già fatto con Carrie per l’horror) ci ricorda che non conta tanto cosa viene raccontato ma come. Ed il come nei suoi film è sempre straordinario. A dominare la scena un fantastico John Travolta.
5) Il silenzio degli innocenti, Jonathan Demme (1991)
Anthony Hopkins e Jodie Foster
“Bene, Clarice gli agnelli hanno smesso di gridare?”
Così dice l’Hannibal Lecter di Anthony Hopkins alla giovane detective Clarice (una straordinaria Jodie Foster). Bastano i nomi dei due personaggi e questa frase a riaccendere l’epica di un film perfetto, per costruzione narrativa e atmosfera.
L’interpretazione dello psicopatico cannibale di Hopkins è d’antologia e intorno ad essa si regge l’inquietante thriller dalle venature horror di Jonathan Demme.Il silenzio degli innocenti è un film che si presta a diversi piani di lettura, ricco di sottotesti e dettagli nascosti in ogni (studiatissima) inquadratura.